Foto UN Agency – Salvataggio di alcuni migranti in Grecia.
Il titolo dell’articolo, specie se ideato da un cattolico, può sembrare incoerente, ma un aspetto fondamentale della religione non è la coerenza, quanto il fatto che una religione vissuta senza razionalità porti a forme di folklore, superstizione, bigottismo e tacita adulazione. Per questo i limiti della coerenza sono stabiliti dalla ragione umana, e la ragione mi porta a pensare che nella fede non conti la coerenza quanto più il dare testimonianza di quel che si dice di essere. Si può essere incoerenti ove ci si trovi a scontrarsi con un qualcosa di più grande che giustifichi tale incoerenza, così come si può essere incoerenti laddove ci sia una presa di coscienza che porti verso un cambiamento d’opinione.
Nel mio caso è il primo dei due, e se scrivo “contro” è proprio perché i limiti del comandamento “non giudicare e non sarai giudicato” finiscono laddove vi è la necessità di sbugiardare comportamenti – più che incoerenti – ingiusti, in ragion dell’aiuto al prossimo.
Oggi è la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, in virtù di queste premesse, e del messaggio diffuso oggi da Papa Francesco, penso sia giusto condividere una riflessione su cui mi interrogo da tempo.
Sono consapevole che la questione dell’immigrazione rappresenti un problema reale, da affrontare con scelte coraggiose, lungimiranti e non politicamente corrette. Ma davvero non capisco l’odio alimentato da molti cattolici nei confronti dei migranti.
Da cattolico premetto che non è affar mio giudicare chi si dichiara cattolico e misurare quanto lo sia, (Il primato della coscienza di ognuno nei confronti di Dio su questo resta fondamentale), rimane il fatto che tutto questo astio verso i migranti (E l’identificarli come capro espiatorio dei mali della quotidianità occidentale) mi spingerebbe a consigliare a questi una rilettura del Vangelo, perché forse, nel loro indignarsi, hanno perso diverse parti del messaggio cristiano e della Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica (Misericordia, accoglienza del prossimo, carità, perdono, Chiesa Cattolica significa Chiesa Universale, ecc…).
Magari se fossero nichilisti la cosa sarebbe già diversa, benché a mio avviso simili pensieri farebbero apparire chiunque privo delle virtù morali fondamentali dell’uomo razionale ed etico – religioso o ateo che si dichiari -.
Ma almeno spero che questi siano in malafede per motivi politici, altrimenti la cosa sarebbe ancora più preoccupante poiché si tratterebbe di stupidità, e moralismo incoerente. Mentre moralismo e cristianesimo non dovrebbero andare d’accordo, un cristiano non è un Fariseo-moralista, Gesù per primo ha lottato contro i Farisei del suo tempo.
Sono d’accordo che non tutti siamo uguali, che la fede di ognuno è libera e personale, ma proprio non ci arrivo a come sia possibile conciliare le due cose. E allora chiedo con che ritegno poi, dopo simili sparate contro persone che soffrono, si possa andare in Chiesa a Natale a pregare per un Dio che si è incarnato nel figlio di due poveri in una stalla, in Palestina peraltro.
“Pontificare” significa costruire ponti, non lasciare affogare nell’acqua.
«Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato»
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