L’Italia approda in semifinale, ma quanta fatica. Dopo venti minuti dal fischio d’inizio mi era sorto un dubbio: per caso sto guardando una puntata di Holly e Benji? La domanda è più che lecita considerato che da tempo ormai non assistevo a una prestazione così imbarazzante. Siamo passati dai boati uditi nella scorsa partita, quando la palla passava tra i piedi di Pirlo agli olè del pubblico al tiki taka nipponico… Gli uomini di Zaccheroni partono alla grande, Honda e Kagawa ci mettono subito sotto 2 a 0, il rigore sarà stato un generoso regalo da parte dell’arbitro con l’indubbia partecipazione di De Sciglio ma con un primo tempo così era da spegnere la televisione e andare a letto. Verso la fine della prima metà di gara De Rossi con un incornata su cross da calcio d’angolo ci rimette in partita. L’Italia si sveglia, inizia a spingere e allo scadere Giaccherini colpisce il palo, Giappone graziato. Facile immaginare cosa può essere successo negli spogliatoi, sfuriata di Prandelli e tutti di nuovo dentro. Passano pochi giri di orologio e ancora Giaccherini che conquista un pallone impossibile, scodella nel mezzo per Balotelli ma Uchida devia ed è autogol, agguantiamo il pari. I nipponici cercano di orchestrare ma perdono il possesso, contropiede fulmineo dell’Italia, tiro di Giovinco, tocco di mano e rigore per gli azzurri. Balotelli si prende la responsabilità e trasforma il penalty. Gli azzurri rimontano e ora sono sopra. Cari amici del sol levante questo non è un cartone animato, questa è la dura realtà! Tutto troppo bello ma il Giappone non molla, al 68′ cross da palla inattiva e Okazaki trafigge Buffon di testa, ancora parità. All’81’ brivido per l’Italia, lo stesso Okazaki colpisce il palo e pareggia il numero dei legni. Il Giappone si fa sempre più pericoloso, la partita diventa un assedio all’area azzurra ma Buffon ci mette sempre una pezza fino all’86’, quando Marchisio entra in area, assiste Giovinco che ci mette il piede ed è 4 a 3, Italia di nuovo in vantaggio. Non è ancora finita e c’è ancora da soffrire molto, infatti all’88’ i nipponici colpiscono la traversa e sulla respinta segnano ma è fuorigioco, gol giustamente annullato. Una partita piena di emozioni dove alla fine arrivano i tre punti ed è questo quello che conta. I nostri ragazzi hanno mostrato una notevole carenza fisica, mentre il Giappone correva in lungo e in largo e produceva gioco, noi eravamo in difficoltà e in debito d’ossigeno. C’è da dire che probabilmente neanche la disposizione in campo e il modulo fossero dei migliori e forse è il caso di rimettere in soffitta l’albero di natale ovvero il 4-3-2-1. Un’Italia che ha saputo tirare fuori l’orgoglio e il cuore e ha conquistato una preziosa vittoria più per fortuna che per meriti ma forse a volte è meglio essere fortunati che bravi.
Alessio Nicolosi