Le elezioni regionali si avvicinano sempre di più (mancano solo tre mesi) e lo scenario, per il momento è il seguente: il centrosinistra è diviso tra un PD che ha già annunciato la candidatura del governatore uscente Enrico Rossi e SEL che è diviso tra coloro che auspicano di allearsi nuovamente con i democratici, nonostante i continui scontri in consiglio regionale degli ultimi cinque anni e le recenti provocazioni di questi nei confronti dei vendoliani (tanto che molti parlano di “moglie e marito separati in casa”), e tra quelli che vorrebbero invece formare una “lista Tsipras” toscana, includendo quindi anche Rifondazione Comunista che ne sarebbero più che lieti, secondo quanto attestato da alcuni comunicati della segreteria regionale del partito, anche se, negli ultimi tempi sembrano spariti dai radar. Sempre a sinistra c’è pure la lista T.I.L.T (Toscana Insieme Libera Tutti), fondata il Novembre scorso, che sta raccogliendo adesioni da molti cittadini toscani che non si riconoscono più nel PD, ma anche questa sembra essere momentaneamente latitante. Sul Movimento 5 Stelle c’è poco da dire: il loro candidato, scelto dalla rete (258 voti su 2505), è Giacomo Giannarelli, libero professionista carrarese. Il centrodestra toscano è anch’esso diviso, come il centrosinistra, ma in maniera ancora più evidente. Ma il problema maggiore è che la situazione è confusa ed è troppo legata alle vicende politiche nazionali. Fino a pochi giorni fa il centrodestra sembrava essere diviso in 3 poli con tre candidati differenti: Giovanni Lamioni, imprenditore grossetano, a capo della coalizione composta da Forza Italia, Nuovo Centrodestra e UDC, Giovanni Donzelli, politico relativamente navigato, nonostante la giovane età (compie 40 anni a Novembre), candidato per Fratelli d’Italia,che però potrebbe confluire nella coalizione di Forza Italia ed infine Claudio Borghi, famoso economista anti-Euro, candidato della Lega Nord in Toscana al fine di battere Renzi in casa propria. Dopo la visita di Matteo Salvini ad Arcore, questo scenario è mutato. Tanto per cominciare Giovanni Lamioni è stato momentaneamente sollevato dalla sua candidatura, infatti, se la Lega Nord si avvicina ad una possibile alleanza con Forza Italia, tutto è da riscrivere, dato il peso politico in ascesa dei primi. Inoltre pare che Silvio Berlusconi, più di Lamioni, gradisca un nome più vicino al suo fidato consigliere Giovanni Toti: Massimo Mallegni. Mallegni, oltre ad essere stato sindaco di Pietrasanta, comune della Versilia in provincia di Lucca, è molto amico con Toti, al punto che questo ultimo si fece celebrare le nozze civili proprio da lui. Ma le credenziali per essere il probabile favorito dell’ex Cav non finiscono qui. Infatti, mentre Lamioni è favorito da Denis Verdini, Mallegni è sempre stato suo avversario, cosa che potrebbe giovare al leader di Forza Italia, dopo le vicende collegate all’elezione del presidente della Repubblica. Oltretutto Mallegni fu indagato, durante l’ultimo quinquennio di amministrazione a Pietrasanta, dal PM Domenico Manzione fratello di quella Antonella Manzione che è oggi capo del dipartimento affari giuridici e legislativi della presidenza del consiglio dei ministri, quindi la sua candidatura potrebbe significare, agli occhi di Berlusconi, sfidare direttamente il premier. Ancora nulla è deciso comunque perchè non ci saranno notizie ufficiali finchè il coordinatore regionale di Forza Italia Massimo Parisi non incontrerà Silvio. In questo scenario, mi voglio concentrare principalmente sul candidato della Lega Nord Claudio Borghi perchè credo che sia degno di nota, dal momento che è l’unico NON toscano (è di Milano) e quindi la sua candidatura deve essere dovuta ad altro che non sia l’esperienza sul territorio. Claudio Borghi è un economista e professore all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano che era già molto conosciuto dai lettori de “Il Giornale”, per la sua vasta produzione giornalistica per quel quotidiano, e dai frequentatori di forum economici e di Twitter, per i suoi argomenti fortemente euroscettici, ma l’opinione pubblica ha cominciato a conoscerlo davvero quando il leader della Lega Nord Matteo Salvini ha deciso di lanciarlo come candidato di punta alle elezioni europee del 2014. Gode quindi di una certa fama anche in Toscana, nonostante il difetto di presenza sul territorio, tanto che, se i leghisti riuscissero ad allearsi con Forza Italia, potrebbe essere lui il candidato della coalizione di centrodestra (un centrodestra sempre meno liberale e più “lepenista” sull’onda della politica nazionale). Intanto l’economista targato Lega sta già rilasciando dichiarazioni ai vari giornali locali e voglio proporre la lettura di una breve intervista rilasciata a “Il Tirreno” e pubblicata il 11/02/2015. Innanzitutto si può notare che, nonostante il suo amore per Siena, lui parla subito di Livorno. E, in effetti, lui aveva già dedicato dei tweet ai lavoratori livornesi della TRW. Probabilmente prova così ad ottenere voti dalla “città rossa” per eccellenza. Queste però sono sciocchezze rispetto a quanto si può evincere dal contenuto dell’intervista. Egli sembra non avere delle proposte concrete per il territorio, infatti, quando gli viene chiesto cosa propone per il lavoro e le infrastrutture, egli sostiene che qualunque obiettivo non è praticabile per colpa dell’Euro. Si limita semplicemente a dire che vuole abbattere i vincoli imposti dall’Europa alle regioni, che vuole collaborare con le altre regioni per valorizzare le eccellenze toscane e “far luce” sulla sanità toscana e sul caso MPS. Premesso che il terzo punto, ossia quello della sanità e di MPS, mi sembra che riguardi, più che altro, questioni di materia giudiziaria e quindi non vedo come possa agire, a parte una possibile azione amministrativa per rinforzare i controlli sulla corruzione nella sanità toscana e indagare più a fondo sulla questione senese, il primo punto non è certamente risolubile, almeno nel lungo periodo, da Palazzo Panciatichi, quanto piuttosto in sede europea. Il secondo è l’unico punto che concretamente potrebbe competere ad un presidente di regione e che sarebbe interessante approfondire. Il dottor Borghi ribadisce nella sua intervista un punto fondamentale, che nulla ha a che vedere, anch’esso, con le questioni territoriali, ma con la politica, cosiddetta, di palazzo. Infatti egli ripete più volte che il suo obiettivo e l’obiettivo della Lega Nord in Toscana è di battere Renzi in casa propria e far cadere il governo. Qui i dubbi cominciano a farsi insistenti. Innanzitutto perchè il “battere Renzi in casa propria” NON è in alcun modo collegato ad una crisi di governo e non c’è alcun motivo per cui così debba essere. Sarebbe certamente una grande pubblicità poter dire agli elettori che il PD di Renzi non viene votato più nemmeno a casa sua, ma finirebbe lì. Poi però l’amministrazione Borghi dovrebbe cominciare a lavorare seriamente sul territorio e non può barricarsi dietro i “non ci sono soldi per colpa dell’Euro e dell’Europa”. Ammesso che vengano eletti ovviamente. E partire dicendo che non può promettere nulla perchè non ci sono soldi è quantomeno un suicidio politico che fa riflettere e domandarsi: la Lega Nord vuole fare solo propaganda elettorale per le prossime elezioni politiche o ha intenzione di governare davvero la Toscana per i prossimi cinque anni?