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Buonanno: bisogna essere neri per avere diritti

Gianluca Buonanno ha esagerato, o forse ha voluto superare se stesso. Abbiamo superato da qualche mese l’episodio poco noto in cui cercò provocatoriamente di entrare nel Palazzo di Giustizia di Torino con il burqa, nel Dicembre appena passato, dicendo poi “non mi hanno fatto entrare col burqa. Mi chiedo allora perché in città dovremmo permetterlo”; cinque giorni fa, invece, in Parlamento durante il “Question Time” con il ministro del Lavoro Enrico Giovannini, si è dipinto la faccia col cerone nero accomagnando il gestocon questa simpatica frase: “I nostri cittadini dovrebbero dipingersi di nero per avere diritti a aiuto. Agli italiani dico: truccatevi di nero e andate in giro a dire che anche voi volete gli aiuti che si danno ai rifugiati, a gente che non ha mai lavorato”. La frase, beh, non era proprio questa, piuttosto era un discorso un po’ sconnesso che subito Giovannini si è apprestato ad interrompere; quanto può essere credibile un uomo che non riesce a mettere insieme un discorso senza errori e che fa uso spesso di termini estremamente volgari nei suoi soliti discorsi razzisti od omofobi (ricordare quando definì il Sel come un partito di sodomiti)?

 

Poco più tardi arriva, in trasmissione Agorà, un “rinforzo” da parte di Jole Santelli (Forza Italia): “I neri sono fortunati, non si devono truccare”; insomma, non bastava un parlamentare in vena di travestimenti, ma anche l’altro partito ha voluto, in qualche modo, appoggiare la dichiarazione con una “battutina” (pressoché squallida, per i miei gusti). Per Cècile Kyenge la Lega ha passato il limite: “Bisogna chiamare le cose con il proprio nome” spiega la ministra ” questo è razzismo” e, rivolgendosi a Maroni, ha affermato che si “è perso un’occasione per cambiare il proprio partito”. E’ effettivamente oltraggioso che un deputato ricorra a scenate del genere senza tener conto del suo ruolo: un politico dovrebbe predicare sempre per una pacifica convivenza e dare il buon esempio al Paese; da quel che risulta Buonanno non ha mai proposto soluzioni costruttive per i problemi che “denuncia”, si limita, come stavolta, ad anticipare il Carnevale ed a fare dichiarazioni ben poco decorose, cercando di mostrarsi come “il vendicatore del popolo”, fermentando l’odio xenofobo che molti italiani hanno tragicamente sviluppato negli ultimi tempi.

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