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Breve resoconto di un Tour che parla italiano

Le Tour 2014

Il Tour de France, la competizione più famosa nel mondo del ciclismo, quella alla quale ogni corridore vorrebbe prendere parte e che ogni amatore vorrebbe seguire dal vivo, è giunto ormai alla 101° partenza: la corsa ha però preso il via dalla Gran Bretagna, da Leeds (nella regione dello Yorkshire and the Humber). Quest’anno la corsa si è svolta da Sabato 5 a Domenica 27 Luglio, per  un totale di 3.664 km percorsi dai corridori in 21 tappe e 2 giorni di riposo. Ma il Tour non è soltanto una corsa, non è solo biciclette e grandi salite: è passione, impegno, dedizione, nonostante tutto. Ogni tappa è un successo, ogni gran premio della montagna riesce a incantare, ogni volata fa restare col fiato sospeso, e l’ammirazione per quegli atleti che compiono sforzi sovraumani per arrivare in vetta è sconfinata. Purtroppo, non riuscirei a raccontarvi le tappe neanche in 21 articoli, ma si sa, la vittoria quest’anno è un po’ di tutti noi, perché dopo tanti anni, la maglia gialla torna in Italia, dove mancava da troppo tempo. Forse, non siamo solo poeti, santi e marinai, forse siamo anche un po’ ciclisti.

Prima tappa con arrivo per velocisti, nonostante fossero presenti ben tre GPM (granpremio della montagna). Dopo diverse fughe e vittorie ai traguardi volanti, ai meno 1800m del traguardo è scattato un corridore del team Trek Factory Racing, uno dei più noti, 4 volte campione del mondo e campione olimpico nella crono: Fabian Cancellara. Lo svizzero ha intrapreso un’azione solitaria molto coraggiosa cercando di anticipare lo sprint così da aggiudicarsi la tappa, ma è stato ripreso dal gruppo a soli 300m dall’arrivo. Finale spettacolare dunque, caratterizzato dalla caduta di uno dei favoriti per lo sprint, ovvero Mark Cavendish costretto al ritiro a causa della frattura della clavicola. Kittel si è aggiudicato la prima maglia gialla.

Ancora partenza dalla Gran Bretagna, con un tracciato stavolta in stile classiche del nord: i corridori hanno dovuto affrontare ben nove GPM. Tappa caratterizzata dalla fuga di sette uomini che hanno avuto un vantaggio massimo di 3’55’’, ma sono stati costantemente controllati dal gruppo. La fuga si è però esaurita sull’Holme Moss (una delle salite in programma). Sembrava ormai scontato uno sprint, quando ai meno 2km con uno scatto eccezionale, il siciliano Vincenzo Nibali del team Astana è riuscito a fare il vuoto dietro di se: lo “Squalo dello stretto” ha dunque anticipato gli altri corridori e è riuscito a conquistare non solo il successo di tappa ma anche una maglia gialla che non lascerà più.

Ancora una volta in una tappa per velocisti nell’isola Britannica: volata, dunque e gruppo regolato dal tedesco Kittel, che in seguito al ritiro dell’avversario Cavendish, è il favorito numero uno negli arrivi in volata con gruppo compatto. Vincenzo Nibali mantiene la sua leadership nella classifica generale con 2’’ di vantaggio sul secondo, Peter Sagan.

Nibali alla partenza della tappa 4

Sul suolo francese, assistiamo a una quarta tappa  caratterizzata dalla fuga di due uomini: Thomas Voeckler del team Europcar e Luis Angel Mate Mardones della formazione Cofidis. Rovinosa caduta di Chris Froome, del team Sky, uno dei due grandi favoriti per la maglia gialla. Nibali mantiene la maglia gialla.

Tappa 5, l’Astana.
Tappa 5, tratto in pavé.

Nella quinta tappa, attesissima per la sua configurazione simile alle classiche del nord, i corridori hanno dovuto affrontare alcuni tratti di pavé (per un totale di 15,4km di acciottolato), una tappa impegnativa e dal sapore un po’ antico, molto romantico in un certo senso. In questa frazione particolarmente difficile, a  seguito a ripetute cadute, Chris Froome al kilometro 83 è costretto al ritiro: gli accertamenti medici hanno rivelato una frattura alla mano destra e al polso sinistro per il campione in carica. Il pavé francese ha messo in difficolta anche l’altro favorito alla vittoria finale, Alberto Contador del team Saxo- Thinkoff, che a 26km dal traguardo ha preso contatto dal gruppo maglia gialla. Al termine della durissima frazione segnata dalla pioggia che ha aumentato esponenzialmente le difficoltà dei corridori sul pavé, Nibali, grazie allo splendido lavoro dei suoi compagni di squadra ha aumentato il distacco nella classifica generale: è riuscito a guadagnare ben 3’ su Alberto Contador e 2’ sugli altri concorrenti alla classifica generale, quali Andrew Talansky, il campione del mondo Alberto Rui Costa, Tejay van Garderen, Alejandro Valverde e Richie Porte.

Il 10 Luglio è il giorno nel quale 100 anni fa iniziò la Prima Guerra Mondiale, e quindi la sesta tappa è stata dedicata alla memoria di questo tragico conflitto che causò milioni di morti in Europa: i corridori dunque sono passati nei luoghi della memoria per omaggiare le vittime della guerra.

Tappa 7.

Ancora una tappa caratterizzata da una fuga da lontano con 6 uomini all’attacco. Thomas Voeckler , ha cercato nuovamente l’azione personale nel tentativo di anticipare il gruppo maglia gialla. Non rimane altro che la volata a ranghi ristretti con altri due fuggitivi, che aveva come favorito Peter Sagan: lo slovacco è stato però beffato al photofinish da uno splendido Matteo Trentin.

La sfida tra Nibali e Contador è entrata nel vivo: lo spagnolo ha tentato di staccare con alcune accelerazioni la maglia gialla che però ha risposto ad ogni attacco. Negli ultimi 50m Contador ha sferrato un ultimo attacco al quale Nibali non ha però risposto: lo spagnolo ha così guadagnato 3’’ sulla maglia gialla, e ha dimostrato che sulle montagne darà del filo da torcere al giovane italiano.

Tony Gallopin grazie al vantaggio accumulato sui GPM è diventato maglia gialla virtuale: Vincenzo Nibali però non sembra preoccuparsi e lascia al francese la maglia gialla. L’uomo in fuga, Martin, mantiene un buon margine sul gruppo maglia gialla, e questo gli ha assicurato la vittoria: ha infatti tagliato il traguardo di Mulhouse con 2’45’’ sul gruppetto degli ex compagni di fuga (gruppo dei fuggitivi regolato da Fabian Cancellara). Nibali quindi cede per il giorno della festa nazionale (14 luglio) la maglia gialla con 1’34’’ di ritardo dal velocista francese.

Tappa 10

Al kilometro 62 in discesa il campione spagnolo Alberto Contador è vittima di una caduta: sta fermo circa 3’ a bordo strada per ricevere le prime cure mediche, per cambiare bici e scarpino sinistro; il capitano della Saxo-Thinkoff dopo aver raggiunto i suoi compagni di squadra “fermati” per aspettarlo, ha iniziato il suo tentativo di ritornare nel gruppo nonostante avesse un ritardo di circa 3’. Dopo circa 20km il campione spagnolo ha dato una pacca sulla spalla a uno dei compagni che erano con lui (a Nicolas Roche) e dopo aver accostato e essere sceso dalla bici, è salito in macchina: un altro dei favoriti è costretto al ritiro. A quel punto Nibali è rimasto il maggior favorito alla vittoria a Parigi e infatti con un’azione formidabile è riuscito a staccare gli altri membri del gruppo maglia gialla, e a 1.2km dal traguardo ha ripreso un affaticato Rodriguez staccandolo e avviandosi al secondo successo personale di questo tour.

Ottava tappa con arrivo in salita in cui Nibali a causa di alcuni scatti era rimasto con tre avversari: Valverde, Pinot e Ten Dam; con un grande scatto Nibali si è scrollato dalle ruote gli avversari, e ai meno 7km dal traguardo si è riportato sulla coppia di testa. Il terzetto è andato avanti fino ai 3.3km dal traguardo, quando Nibali con un altro scatto è riuscito nuovamente a staccare tutti: è arrivato quindi da solo sul traguardo, rafforzando la sua posizione.

Inizio di tappa scoppiettante, che ha visto la stessa maglia gialla impegnarsi per ricucire alcuni strappi creatisi nel gruppo

Questa tappa ha riservato un finale incerto fino alla fine, poiché l’inseguimento non era organizzato al meglio: l’ultimo dei fuggitivi, Jack Bauer, è stato ripreso infatti dalla volata a 25m dalla linea del traguardo. Volata vinta dallo sprinter della Katusha Alexander Kristoff. Nibali rimane in giallo.

Tappa difficile, in cui si trova il GPM più temuto e famoso dell’intero Tour : il Tourmalet. I fuggitivi hanno intrapreso la scalata del mitico Col du Tourmalet con 3’50’’di vantaggio: a 10 km dalla vetta Chavanel ha provato a andarsene dal gruppetto dei compagni di fuga; poco dopo però è stato ripreso e superato da Nieve e Kadri. Il team Astana ha controllato sia la fuga, sia lo scatto di Valverde, annullando il tentativo dello spagnolo, e riducendo il ritardo a 1’15’’. Sull’ultima salita di Hautacam Nieve nel gruppo maglia gialla Chris Horner fa la differenza: si è portato dietro solamente Nibali, che però dopo poco lo stacca, avviandosi a riprendere gli ultimi fuggitivi; dopo aver ripreso tutti infatti Nibali vince anche la diciottesima tappa, vittoria che lo incorona re dei Pirenei  e gli assicura la vittoria finale, poiché il suo distacco si fa irrecuperabile: ha infatti più di 7’ sul secondo in classifica generale.

Tony Martin (campione del mondo della specialità) fa segnare un tempo impossibile per tutti gli altri. La vera battaglia però non era né per la vittoria di tappa (praticamente era scontato il vincitore) né per la prima posizione nella classifica generale (Nibali con i suoi 7’ circa su Thibaut Pinot, è ormai idealmente già a Parigi) ma per le posizioni sul podio: Pinot e Peraud si contendevano infatti il secondo posto. Alla fine nonostante una foratura la spunta Peraud, strappando quindi il secondo posto al giovane Pinot. Nibali con un ottima prova aumenta il suo vantaggio, portandolo a quasi 8’ sul secondo.

L’ultima tappa si conferma essere una “passerella” per velocisti, che dunque non impensierisce più di tanto il leader: così è stato anche stavolta. La corsa di fatto è iniziata dal momento dell’arrivo sugli Champs- Élysées, ma ormai il nostro immenso Vincenzo già pensava al suo meritatissimo podio.

Vincenzo Nibali

La classifica generale vede Vincenzo Nibali (Astana) con un tempo totale di 89h 59′ 06”, in seconda posizione Jean Christophe Peraud (AG2R) con un ritardo di 7’37’’, terzo invece Thibaut Pinot (FDJ) con un ritardo di 8’15’’. Erano 16 anni che un italiano non trionfava a Parigi, l’ultimo fu quel grande mito mai dimenticato che era Pantani. Prima di Nibali, sul cielo parigino la bandiera italiana è stata alzata altre 9 volte: Bottecchia (1924-1925), Bartali (1939-1948), Coppi (1949-1952), Nencini (1960), Gimondi (1965), e Pantani (1998). Nibali è però uno dei pochi corridori ad aver vinto la Tripla Corona: Vuelta a España nel 2010, Giro d’Italia nel 2013 e Tour de France ora. Le grandi corse a tappe sono state dominate da un nuovo grande campione: prima di lui, riuscirono nell’impresa solo altri 5 veri e propri miti del ciclismo come Mercks, Hinault, Anquetil, Contador e un altro grande italiano, Felice Gimondi. E’ inoltre campione italiano in carica. Insomma, sembra di poter dire di aver assistito alla nascita e all’affermazione di un nuovo grande vero campione, come quei corridori dei tempi passati, grandi interpreti di uno sport che è stato inquinato e deturpato da scandali e episodi di doping mai dimenticati, ma che, speriamo, con un grande atleta italiano è riuscito a tornare nei cuori di tutti, come quando un grandissimo Bartali riuscì ad incantare con la sua vittoria un paese allo stremo che trovò in quella maglia gialla posta sulle spalle di un uomo dal cuore grande, la forza di riprendere la bicicletta e, con impegno e sudore, superare le difficoltà economiche e politiche.

La Premiazione a Parigi

 

 

 

Coppi e Bartali al Tour del ’52 nel momento in cui si passano la borraccia

 

 

 

 

 

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