Batman, supereroe del mondo DC Comics tra i più famosi e amati di sempre.
Nel lontano 1940, l’uomo pipistrello esordisce nelle edicole sul numero 27 della rivista “Detective Comics”, ed il successo è immediato:
Tenebroso e crudo, con l’uso delle sue sole forze e dei suoi gadget alla avanguardia, Batman lotta in nome della giustizia, agendo nascosto dalla oscura notte di Gotam City.
Ma un personaggio così spaventoso e allo stesso tempo affascinante era un bel colpo d’occhio per i lettori abituati alle fantastiche imprese del già celeberrimo uomo d’acciaio (Superman), ben presto -nel n.38 della rivista- fu inserito nelle avventure del cavaliere oscuro, il giovane e rampante Robin (detto il ragazzo meraviglia), primo assistente adolescente apparso nel mondo dei supereroi.
Il ragazzo portava un tocco di leggerezza ed umorismo nelle cupe storie di Batman (basti pensare che prima dell’introduzione dell’assistente, l’oscuro supereroe non catturava i criminali, bensì li uccideva).
Sono molti i punti che uniscono i due personaggi: Entrambi hanno perso i genitori, entrambi non posseggono super poteri, entrambi sono molto astuti e atletici, l’unica differenza sta nei caratteri: Se da una parte il giovane Robin è ancora impulsivo e inesperto, dall’altra Batman assume quasi delle sembianze paterne, riflessivo e a volte distaccato, ma nella sua freddezza, il lettore riesce sempre ad intravedere il profondo affetto che ripone il protagonista verso il suo giovane assistente.
Ma ben presto il legame tra questi due personaggi viene “male inteso”.
Nei primi anni ’50, proprio nel fior fiore dell’era dei fumetti (chiamata dagli appassionati “Golden Age”), Fredric Wertham psichiatra statunitense di origine tedesche, dopo uno studio sugli adolescenti che dimostravano disturbi, notò che la stragrande maggioranza dei ragazzi leggevano fumetti, ne dedusse perciò che fossero questi ultimi la causa dei loro problemi.
Questo dottore attuò intense campagne di sensibilizzazione, accusando i mass media e in particolar modo i fumetti, di provocare degli atteggiamenti devianti nei loro giovani lettori.
Con la pubblicazione del saggio “La Seduzione dell’Innocente” (1954), Wertham espose all’intera America le sue teorie sugli effetti che provocano i comics sui ragazzi.
Da questo piccolo caso editoriale le associazioni genitoriali allarmati si rivolsero al governo, riuscendo perfino a far aprire da niente poco di meno dal Congresso degli Stati Uniti un’inchiesta sull’editoria fumettistica.
A seguito di questa storica vicenda, che aveva portato il mondo dei fumetti sull’orlo del fallimento, le case editoriali istituirono volontariamente un “Organismo di Autocensura” il quale garantiva al lettore che il contenuto del giornalino aveva un’accettabile quantità di scene violente e che non avrebbe turbato in alcun modo.
Le accuse verso il mondo dei comics sono state tra le più disparate: Werthan conia perfino l’espressione “Complesso di Superman” per indicare un comportamento di superiorità e di piacere sadico nell’infliggere una punizione agli altri, stimolando così il bullismo. Wander Woman è accusata di non rappresentare “l’ideale della donna” e anzi, venne dichiarato che la forza e l’indipendenza della super eroina fossero la prova del suo lesbismo. Batman e Robin invece rappresentano un perfetto esempio di convivenza tra due omosessuali, dato il loro grande affetto reciproco e il loro spirito di collaborazione.
Ma nonostante i cambiamenti apportati in merito all’autocensura, i genitori e la società continuavano -e in un certo senso continuano tutt’oggi- a vedere nei fumetti qualcosa di sbagliato e immaturo, i ragazzi che li leggevano venivano visti come futuri delinquenti, i genitori stessi, accecati dal pensiero comune, impedirono ai loro figli di leggere le avventure dei supereroi.
In una società in cui, essere gay è reato e l’omosessualità stessa è riconosciuta come una malattia psichica dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità).
In una società in cui, le forze dell’ordine irrompono a colpi di manganellate nei locali gay -illegali- gestiti dalla malavita che pagava gli agenti stessi per poter operare (la vicenda di Stonewall).
In una società in cui, Harvey Milk, un consigliere comunale di San Francisco si batte per i diritti dei gay, e dopo nemmeno un anno in carica viene assassinato dal suo predecessore.
In una società come questa come si poteva permettere che due personaggi di fantasia, presunti omosessuali, arrivassero nelle mani delle nuove generazioni? Tutto ciò era inammissibile.
Nonostante il fatto che Batman e Robin non avessero mai manifestato atteggiamenti omosessuali, il “danno” oramai era fatto e l’opinione generale li dava per tali. Erano semplicemente due eroi della giustizia che collaboravano, l’uno di fianco all’altro uniti da un profondo legame di amicizia.
Ma per colpa di questi pregiudizi, i due personaggi si separano, svolgendo le missioni in modo più autonomo, manifestando minori atteggiamenti affettivi e trascorrendo più tempo con le loro corrispettive amanti.
Anche altri supereroi subiscono nette trasformazioni comportamentali, Superman collabora con le forze dell’ordine facendo rispettare la legge e Wander Woman si fidanza.
I comics avevano perso, i diritti umani avevano fatto un passo indietro, ma la “guerra” era ancora aperta:
Il 28 Giugno 1970 -esattamente un’anno dopo gli avvenimenti allo Stonewall- si svolge a New York il primo Gay Pride della storia.
Migliaia di persone scendono in strada con cartelloni e urlando slogan sui diritti umani e sull’uguaglianza, oltre ai colori dell’arcobaleno vengono sventolate bandiere a stelle e strisce, per ricordare che anche loro, come tutti, sono cittadini americani, ed è per questo che si meritano gli stessi diritti.
Il messaggio è forte, manifestazioni simili si svolgono anche a Los Angeles e a San Francisco, cortei che da quel giorno, negli Stati Uniti e nel mondo intero, si ripetono ogni anno il 28 Giugno, in memoria dei morti di Stonewall.
L’11 Ottobre 1987, un’esercito di persone scendono in piazza a Washington, stendendo una miriade di pannelli di stoffa, cuciti a mano, da parenti e amici delle vittime di Aids, il National Mall (il viale che conduce al campidoglio), viene letteralmente coperto di colori ed immagini. L’impatto mediatico è enorme. Tanto che l’evento viene candidato al nobel per la pace nell’89.
Ma è solo agli inizi del ventunesimo secolo che il mondo inizia a cambiare veramente.
La società si evolve, nuove tecnologie e nuove forme di comunicazione, permettono lo sviluppo di una mentalità più aperta da parte dei cittadini, le censure si ammorbidiscono; In Televisione, al cinema e anche nei fumetti, è sempre più facile imbattersi in scene di nudo e sesso. Iniziano ad essere trattati argomenti tabù come l’omosessualità: Personaggi gay compaiono sul grande schermo e nelle serie televisive, perfino personaggi di fama mondiale dichiarano apertamente la loro omosessualità. Il pubblico a “piccole dosi” inizia a diventare meno omofobo.
Nel 2003 viene abrogata una legge dello Stato americano che vieta relazioni omosessuali anche all’interno delle mura domestiche.
Il 22 Dicembre 2010, il presidente Barack Obama firma la cancellazione del “Don’t ask, don’t tell”
legge varata nel ’93 dal presidente Bill Clinton, che proibiva ai gay dichiarati di arruolarsi nell’esercito americano.
Obama, durante la sua seconda campagna elettorale, dichiara apertamente in un’intervista, di sostenere i matrimoni tra omosessuali.
Ma il primo barlume di speranza arriva il 16 gennaio 2014, quando la Corte Suprema accetta di pronunciarsi sull’esistenza di un diritto costituzionale, per le persone dello stesso sesso, a contrarre matrimonio.
Se i nove giudici della più alta magistratura degli USA decideranno per il “ SI’ ”, le tanto ambite nozze gay -già celebrate in 36 Stati americani- diventeranno legali in tutto il Paese.
Nessuno Stato potrà più opporsi perché non ci sarà la possibilità di legiferare in modo difforme ad una legge costituzionale.
Il 26 Giugno 2015, con cinque voti favorevoli e quattro contrari, la Corte Suprema degli Stati Uniti proclama una sentenza storica per il riconoscimento dei diritti umani:
“Il matrimonio è un diritto garantito dalla Costituzione anche alle coppie dello stesso sesso”.
Ciò significa che tutti i 50 Stati del paese dovranno permettere a due soggetti omosessuali di sposarsi.
Una vittoria anche per il presidente USA Barack Obama il quale ha subito manifestato la sua soddisfazione su Twitter dando il via all’hashtag diventato in pochi minuti un tormentone del web: #LoveWin – “l’amore vince”.
La casa bianca e i loghi di tantissime multinazionali si tingono dei colori dell’arcobaleno, da sempre simbolo dei gay, perfino Mark Zuckerberg il boss di Facebook rende disponibile a tutti gli utenti del mondo, la funzione di poter tingere la propria immagine profilo con gli inconfondibili Rainbow Colors
Il mondo sta cambiando, le persone stanno cambiando, ciò che fino a 20 anni fa sembrava inammissibile, adesso è diventato realtà, stiamo assistendo ad un cambiamento epocale, un cambiamento che da questo punto in poi può solo andare per il meglio (o almeno si spera).
L’amore vince, questo slogan riecheggia per tutta la rete, due persone si sposano perché si amano reciprocamente, tutto qui, per quale motivo due soggetti dello stesso sesso non possono celebrare il loro amore? Non ne hanno il diritto? L’omosessualità è una caratteristica presente fin dall’antica Grecia, ma nella nostra immensa diversità, una su tutte le altre ci accomuna, L’Amore, tutti noi amiamo e nessuno può dirci chi.
Nonostante gli avvenimenti, esistono ancora persone bigotte e conservazioniste, che vedono in tutto ciò, qualcosa di sbagliato e di anomalo. Ma oramai sono solo pochi bisbigli, nascosti da milioni di voci che sono state in grado di infrangere ogni barriera.
E pensare che solo fino a 60 anni fa, i genitori impedivano ai loro figli di leggere le avventure di Batman e Robin perché sospettati di essere gay, mentre adesso, un bambino può essere il figlio di una coppia omosessuale! Come è buffo certe volte il mondo, sembra quasi una specie di vendetta. Non ci sorprenderà quindi vedere, tra le pagine di un fumetto americano, una scena dell’uomo pipistrello baciare il suo fidato assistente.
Forse continueremo a inarcare le sopracciglia? Oppure, la vedremo come una cosa normalissima e sorrideremo a questa manifestazione di affetto? Chissà… Per il momento:
Viva l’uguaglianza, viva la libertà, viva le nozze gay e viva il mondo che cambia in meglio.
Grazie Batman e grazie Robin per avere aiutato -a modo vostro- ad aprire gli occhi di una società che continuava a tenerli chiusi.
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