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Baldassare Galuppi: “Il filosofo di campagna”

Il compositore veneziano Baldassare Galuppi, detto “Buranello”.

Baldassarre Galuppi è un autore oggi praticamente sconosciuto ma quand’era in attività, ossia nella prima metà del XVII secolo, era uno dei compositori più in vista nel panorama europeo. Sono venuto in contatto con le composizioni di Galuppi – peculiari per vivacità ed invenzione melodica – a causa della mia attività organistica, grazie alla quale ho studiato ed eseguito molte composizioni del Settecento veneziano.
Compositore poliedrico, Galuppi fu attivo sia come compositore di musica sacra, sinfonica, da camera e di opera; fu molto apprezzato come compositore di opere serie, ma è l’opera buffa il genere dove l’invenzione musicale di Galuppi si esprime al meglio e crea capolavori, raffinati e preziosi come miniature, soprattutto grazie al sodalizio artistico con il grande commediografo Carlo Goldoni.

Frontespizio del manoscritto originale del Filosofo di campagna

Proprio da questo sodalizio è nata la più celebre opera di Galuppi: Il filosofo di campagna. Si tratta di un’opera assai importante perché sancisce la consacrazione di un nuovo genere teatrale, nato dalla Scuola Veneziana e perfezionato proprio dal binomio Galuppi/Goldoni, ossia il dramma giocoso, nel quale lo scopo dell’azione scenica è quello di esprimere una forte critica sociale (difatti dal filone del dramma giocoso sono nate opere come Il barbiere di SivigliaDon Giovanni). Ed è con Il filosofo di campagna che il Teatro Comunale di Belluno ha deciso di inaugurare la Stagione Lirica 2012/2013, la cui rappresentazione è ora disponibile in edizione DVD.

Diversi aspetti dell’allestimento e dell’esecuzione mi hanno colpito, in primis la scelta di eseguire l’opera in versione integrale in tre atti (la cosa può sorprendere, ma non avete idea di che sorta di pasticci si facciano oggigiorno con la musica barocca). Inoltre sono rimasto piacevolmente sorpreso dalle scelte musicali del M° Fabrizio Da Ros, direttore dell’Ensemble Barocco dell’Orchestra Filarmonica del Veneto, non solo per l’aderenza allo stile barocco della Scuola Veneziana ma anche per il gusto “moderno” – se vogliamo – dell’esecuzione: troppo spesso ho sentito musica barocca eseguita senza spessore e con dinamiche piatte, pertanto sono più che felice di ascoltare un’esecuzione brillante e felicemente caratterizzata.

Ad una compagine orchestrale corrisponde un altrettanto valido cast di cantanti: Max Baldan (Rinaldo), con un bel timbro, saldo ma cristallino, Ilaria Zanetti (Eugenia), forse non dotata di una voce particolarmente dolce ma sicuramente dalle ottime capacità attoriali, Giorgia Cinciripi ha invece saputo caratterizzare il suo personaggio in modo irresistibile, presentando allo spettatore una Lesbina frizzante e dall’agile vocalità. Ottima Camilla Antonini (Lena) con la sua voce sottile ma ricca di interessanti sfumature e con la sua palese padronanza della scena, così come Matteo Mezzaro: esilarante nella parte del vecchio notaio Capocchio ma forse, in alcuni momenti, eccessivamente caricaturale; ad ogni modo, quest’ultimo è niente più che un appunto personale, la performance di Mezzaro è stata ottima.

A guidare il cast era Carlo Torriani (Don Tritemio), completamente a suo agio nei panni del vecchio borghese veneziano: poliedrico tanto nella recitazione quanto nel canto, Torriani ha fornito un’eccellente prova non solo come musicista ma anche come regista; sua è infatti la regia del capolavoro di Galuppi. L’allestimento scenico prescelto da Torriani è perfettamente in linea con la politica del dramma giocoso, riuscendo a presentare al pubblico un valido “riassunto visivo” della morale dell’opera, nel caso in questione l’inarrestabile decadimento della nobiltà, qui rappresentata da un giardino gentilizio, un tempo magnificente ma ora in rovina. Come sempre, la regia di Torriani è essenziale ma efficace e soprattutto umile nei confronti della partitura, il che significa che abbiamo a che fare con una regia che pone la musica e le sue esigenze in primo piano. Questo non significa essere meno creativi, anzi, è molto più semplice piegare il testo musicale piuttosto che adeguarsi ad esso. Torriani ha dimostrato una volta di più di essere una garanzia, sia come cantante sia come regista.

Caratteristiche:
– Libretto: italiano/inglese;
– Sottotitoli: italiano, inglese;
– Formato: 4:3
– Colore: colore – NTSC;
– Durata: 110 minuti;
– Audio: stereo PCM>

Giudizio:

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