È dedicato a uno dei più amati capolavori verdiani la prossima presentazione-aperitivo della Stagione Lirica, sabato mattina nel Foyer del Verdi.
A parlare di quest’opera intrisa di magia e di mistero saranno Stefano Vizioli e Alberto Batisti
PISA. Prossime ormai all’esaurito le due recite dell’attesissimo Trovatore verdiano, firmato da Stefano Vizioli e diretto da Andrea Battistoni, in scena al Verdi il 10 e 12 novembre, nell’allestimento del Teatro Lirico “G. Verdi” di Trieste e in una nuova coproduzione che vede insieme i Teatri di Reggio Emilia, Modena e Pisa.
Proprio a Il Trovatore guarda il secondo appuntamento con le presentazioni-aperitivo della Stagione lirica: sabato mattina (4 novembre), alle ore 11, nel Foyer del Teatro Verdi, si parlerà di questo titolo che concludeva la parabola giovanile di Verdi e che è a tutt’oggi considerato Il capolavoro più visionario del geniale compositore.
A conversarne saranno lo stesso Stefanio Vizioli, nella duplice veste di direttore artistico e di regista, e Alberto Batisti, il notissimo musicologo che a Pisa e al suo teatro è stato a lungo legato (ne fu direttore artistico dal 1997 al 2009) e a cui si devono la nascita della Camerata Strumentale di Prato e di Rete Toscana Classica, da molti anni docente di Storia della Musica al Conservatorio di Como e direttore artistico della Sagra Musicale Umbra.
Melodramma che come nessun altro, fin dal debutto al Teatro Apollo di Roma il 19 gennaio 1853, «toccò così rapidamente il cuore del suo pubblico», come ha annotato Julian Budden, e che ebbe una diffusione quanto mai ampia e capillare, penetrando nei più diversi strati sociali, Il Trovatore è «un’opera di amori dolorosi e infelici, un’opera di perdenti, dove nessuno riesce a trovare una risoluzione alla propria ansia emotiva, è lo scontro delle ragioni del cuore contro la ragione. – spiega Stefano Vizioli – Tutti perdono, in questa opera. L’utopia del Trovatore è l’utopia del cuore che si scontra con la realtà.»
Ad ispirare il compositore, che affidò la scrittura del libretto a Salvadore Cammarano, era stato il drama caballeresco di Antonio Garzía Gutíerrez El trobador, anche questo di grandissima popolarità in Spagna, un dramma in cui Verdi aveva visto «la possibilità di esplorare proprio quel versante magico e irrazionale della mente umana da lui già sperimentato con successo in altre sue opere, in particolare nella Giovanna d’Arco, nel Macbeth e nell’appena composto Rigoletto», come rileva Gloria Staffieri. E infatti Il Trovatore è opera che racchiude in sé romanticismo, magia, mistero e poeticissimo delirio, in una sintesi di elementi drammatici perfetta e molto moderna, e una musica dal respiro e dalla forza dinamica immensi.
Di questo e di molto altro si parlerà nella presentazione di sabato mattina.
L’ingresso è libero con aperitivo finale offerto dal Teatro.
Con Benvenuti sono in scena Gabriele Giaffreda (Valerio), Lucia Socci (Elisa), Andrea Costagli (Cleante), Massimo Salvianti (Freccia), Dimitri Frosali (Mastro Giacomo), Paolo Ciotti (Don Anselmo), Giuliana Colzi (Frosin), Elisa Proietti (Mariana); ricerca e realizzazione dei costumi di Giuliana Colzi, luci di Marco Messeri, musiche di Vanni Cassori. Lo spettacolo, che dura 2 ore con un intervallo, è prodotto da Arca Azzurra Teatro.
Pochissimi i biglietti rimasti disponibili, in vendita al Botteghino del Teatro Verdi e nel circuito Vivaticket.
Per informazioni tel 050 941 111 e www. teatrodipisa.pi.it
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