AVVERTENZA
In vista della rappresentazione di Mors et Vita di Charles Gounod che avverrà il 22 al Teatro Verdi di Pisa, vi presentiamo questo “Dizionario”, un vero condensato dell’opera… in pillole!
Charles Gounod
MORS ET VITA
oratorio per soli, coro e orchestra
Natalizia Carone soprano
Moon Jin Kim contralto
Roberto Cresca tenore
Carlo Morini baritono
Direttore Christoph Nielbock
Orchestra Jugend-Sinfonieorchester der Wiesbadener Musikakademie/Wiesbadener Musik- & Kunstschule
Coro Polifonico San Nicola
Maestro del Coro Stefano Barandoni
Concerto in collaborazione con l’Associazione Coro Polifonico San Nicola in occasione del vencinquesimo anniversario della fondazione del Coro
Serata in collaborazione con la Fondazione Toscana Spettacolo onlus, a ingresso libero per la Giornata “TEATRI APERTI e altri luoghi per lo spettacolo dal vivo”
B
Bach, Johann Sebastian (Eisenbach, 31 marzo 1685 – Lipsia, 28 luglio 1750). Compositore tedesco. La fama contemporanea di Gounod è legata principalmente a due composizioni (cfr. Hitchcock, Sir Alfred Joseph), una delle quali è l’Ave Maria, che in realtà altro non è che una rielaborazione del celeberrimo Preludio n. 1 in do maggiore dal primo libro del Clavicembalo ben temperato di Bach. Nella sua revisione al Preludio, Alfredo Casella ha riportato questa osservazione: «Questo mirabile Preludio presenta la singolarità di essere una “musica senza melodia” o meglio una melodia di accordi (caratteristica che determinò il buon Gounod a sovrapporvi quella sua abbominevole e purtroppo celebre méditation)». Sostanzialmente, Bach ha avuto l’intuizione di scrivere un brano che presenta la peculiare innovazione di non avere una vera melodia e Gounod ha pensato bene di approfittarne conservando il brano in tutto e per tutto come l’ha scritto il ben più illustre collega e di appiccicarvi sopra una linea melodica.
Birmingham. [ˈbɜrmɪŋəm] Città dell’Inghilterra centrale, ubicata nella contea metropolitana delle West Midlands; fu sede dal 1784 al 1912 del prestigioso Birmingham Triennial Music Festival. Il Festival nacque nel 1768 essenzialmente come strumento di raccolta fondi per il Birmingham General Hospital; stabile dal 1784, in breve tempo divenne il più importante festival britannico nel suo genere, nonché il più longevo per durata. Nel corso degli anni non mancarono partecipazioni di compositori illustri che scrissero o eseguirono per il Festival alcuni dei loro più apprezzati lavori: si ricordano – tra i molti – Felix Mendelssohn Bartholdy con l’oratorio Paulus op. 36, il Concerto per pianoforte e orchestra n.2 in re minore op. 40 e l’oratorio Elias op. 70; Charles Gounod (cfr. Gounod, Charles) con gli oratori La Rédemption e Mors et Vita; Antonín Dvořák, La Moglie dello Spettro op. 69 e il Requiem op.89 e Sir Edward Elgar che partecipò con The Dream of Gerontius op. 38, The Apostles op.49 e The Kingdom op.51.
G
Gounod, Charles (Parigi, 17 giugno 1818 – Saint-Cloud, 18 ottobre 1893). Compositore francese. Inizialmente molto attivo nell’ambito dell’opera lirica e della musica da camera, con l’andar del tempo si orientò sempre di più verso la musica sacra: nel giro di circa vent’anni scrisse nove messe, due Requiem e i due oratori “gemelli”, La Rédemption e Mors et Vita. Queste ultime due composizioni ebbero grande fama all’epoca, soprattutto grazie al loro carattere monumentale e al grandioso impianto esecutivo (solisti, coro e grande orchestra), e se da una parte riflettono un gusto per noi stantio non sono tuttavia privi di fascino, basti pensare ai due brani strumentali che aprono la seconda parte (Judicium) di Mors et Vita, ossia Somnus mortuorum e Tubae ad ultimum judicium. A proposito di questi due oratori e della Messe à Sainte-Cécile, il grande compositore Camille Saint-Saëns ebbe a dire (forse con un po’ troppo entusiasmo): «Nell’oscuro, lontano futuro, quando l’inesorabile tempo avrà fatto il suo lavoro e le opere di Gounod riposeranno per sempre nei polverosi santuari delle biblioteche, la Messe à Sainte-Cécile, la Rédemption e l’oratorio Mors et vita vivranno ancora, dimostrando alle future generazioni quale splendido musicista abbia dato lustro e rinomanza alla Francia nel diciannovesimo secolo ».
H
Händel, Georg Friedrich (Halle, 23 febbraio 1685 – Londra, 14 aprile 1759). Compositore tedesco, successivamente naturalizzato britannico. Händel fu anche impresario teatrale e questo aspetto influì molto su alcune sue scelte compositive, una delle quali riguarda una radicale riforma dell’oratorio, che impiegò essenzialmente come alternativa all’opera presso i teatri e le sale da concerto di Londra. I numerosi oratori di Handel hanno quindi nella maggior parte dei casi il tradizionale soggetto biblico, ma lo trattano in modo eroico-mitico (da ascrivere a questo genere Saul e Judas Maccabeus); in altri casi, invece, il soggetto è puramente mitologico (Hercules) oppure ideale (è il caso del famoso Trionfo del Tempo e del Disinganno). Tra gli altri oratori merita menzione il Messiah, senza dubbio il più celebre e sostanzialmente eseguito senza interruzione dal 1742 ai giorni nostri, oggi lo si ricorda principalmente per il celeberrimo Hallelujah. Sulla strada indicata da Händel si sono inseriti altri compositori, come Ludwig van Beethoven con il suo oratorio Christus am Ölberge.
Hitchcock, Sir Alfred Joseph (Londra, 13 agosto 1899 – Los Angeles, 29 aprile 1980). Regista britannico, successivamente naturalizzato statunitense. È proprio al nome di Alfred Hitchcock che è legata parte della popolarità postuma di Gounod (cfr. Bach, Johann Sebastian), difatti la popolare sigla della serie televisiva Alfred Hitchcock Presenta è la Marcia Funebre per una marionetta che Charles Gounod compose durante il suo periodo londinese. Le teorie sulla nascita di questa composizione sono discordanti: alcuni ritengono sia l’unico movimento di una suite pianistica rimasta incompiuta, altri che si tratti di una composizione canzonatoria nei confronti di un critico a lui avverso che però morì prima che il brano fosse completato, rendendo quindi impossibile vergare una dedica in tal senso. Quel che è certo è che Hitchcock udì questo brano nel 1927, in quanto facente parte della colonna sonora del film Aurora di Friedrich Wilhelm Murnau, e nel 1955 incaricò il compositore Bernard Hermann di arrangiarla (nonostante fosse già stata orchestrata da diversi compositori, tra cui lo stesso Gounod) affinché potesse essere utilizzata come sigla per la trasmissione.
O – R
Oratorio. Genere musicale drammatico a soggetto religioso, eseguito da solisti, coro e orchestra. Si sviluppò nella prima metà del Seicento all’ombra della Controriforma per evoluzione dalle laudi spirituali di San Filippo Neri. Ben presto il genere valicò le sole confraternite filippine e si diffuse anche in altre confraternite religiose e laiche, ma anche in sedi aristocratiche quali cappelle di corte e palazzi della nobiltà, per poi diffondersi con rapidità in tutta Italia, dove fu oggetto dell’opera di molti compositori; in particolare si ricordano gli oratori composti nel XVIII secolo da Giacomo Carissimi e Antonio Vivaldi, inoltre tra i librettisti che si occuparono di questo genere bisogna annoverare anche il grande Pietro Metastasio. Già nella seconda metà del XVII secolo, l’oratorio era già diffuso in Francia (in questo senso, spicca tra le altre la figura di Marc-Antoine Charpentier), mentre nel XVIII secolo approdò in Germania (rimarchevoli gli Oratori di Natale e Pasqua di Johann Sebastian Bach, anche se in realtà si tratta di cicli di cantate) e in Inghilterra, dove nelle mani di Händel questa forma conobbe nuova vita (cfr. Händel, Georg Friedrich). In epoca romantica, altri compositori si dedicarono a questo genere, tra cui Robert Schumann (Das Paradies und die Peri), Franz Liszt (Die Legende der heiligen Elisabeth, Christus), oltre ai summenzionati Mendelssohn, Dvořák, Elgar e Gounod (cfr. Birmingham).
Requiem, Messa di. Messa per i defunti secondo il rito della Chiesa Cattolica, così chiamata dalla prima parola del suo introito (Requiem aeternam dona eis Domine). È anche una composizione musicale che utilizza testi propri della liturgia cattolica ed è proprio la composizione con cui inizia l’oratorio Mors et Vita: la prima parte (Mors) è dedicata alla morte del defunto, mentre le altre due (Judicium e Vita) ne descrivono il tragitto nell’Aldilà. Questa prima parte è suddivisa in un Prologo e in Requiem e la circostanza è talmente inusuale che diversi studiosi l’hanno indicata come l’unica situazione conosciuta in cui si abbia un Requiem completo all’interno della dimensione di un oratorio.
Luca Fialdini
luca.fialdini@uninfonews.it