Il confronto incessante tra un uomo ed una donna qualsiasi rivela tutte le fragilità, le incertezze, i timori, i segreti, la rabbia ed infine la bellezza e la potenza dell’amore coniugale. Un confronto splendidamente diretto e recitato da Michele Placido (Gilles) e da un’ispirata e talentuosa Anna Bonaiuto (Lisa). Un confronto che appassiona lo spettatore, trascinandolo nel soggiorno di una casa che sente propria e che eleva il dramma borghese da salotto ad opera complessa e matura.
Quello andato in scena al Teatro Goldoni di Livorno per la stagione di prosa è un racconto verosimile e tagliente, il racconto di un “banale” incidente domestico che è causa e conseguenza di un’intera vita insieme, inizio ed epilogo della storia dei due e da cui tanto emergerà sulla psiche di entrambi i personaggi. “Piccoli crimini coniugali” è uno sferzante susseguirsi di battute pungenti che colpiscono nel profondo sia i protagonisti che gli spettatori, coinvolti in un processo celebrale ai fini di scoprire la verità su cosa sia realmente accaduto. Michele Placido che in seguito ad un “incidente domestico” dice di aver perso la memoria, attraverso un vero e proprio esercizio di maieutica riesce invece a far confessare la moglie sul crimine commesso, la quale non si sente più a suo agio nel salotto del suo appartamento bensì in una pirandelliana stanza della tortura, dove deve mettere a nudo se stessa per essere assolta dal pubblico e dal marito.
La narrazione ha unità di spazio e di tempo e con un’energia vitale unica, Placido e Bonaiuto mettono a segno un’interpretazione magistrale, ricca, dinamica e coinvolgente. Specialmente la co-protagonista, grazie anche ad un azzeccato adattamento dei testi di Eric Emmanuel Schmitt, è così efficace da spiazzare suo marito tanto quanto noi spettatori nel racconto di sé, così umana e vera. Placido, anche se più disinvolto e più caratterista, non è affatto da meno e sembra essere nato nel ruolo di Gilles, il marito scrittore di gialli, a tratti assente realmente, a tratti per gioco, ma investigatore come il protagonista dei suoi romanzi.
La figura di Lisa rappresenta il doppelgänger nascosto in ognuno di noi, il nostro signor Hyde celato dietro una maschera di modernità che all’interno dell’ambiente domestico non siamo però più in grado di sostenere. Così la Bonaiuto svela il mostro della gelosia che la consuma e corrompe dalle viscere facendole vedere cose che non esistono fino a farle commettere azioni imperdonabili.”Piccoli crimini coniugali” è il racconto, infine, dell’amore per come non dovrebbe mai essere, ma come troppo spesso è: incerto, bugiardo, volto alle regole della sopraffazione e della lotta. Anche se amore resta e proprio per questo la lotta diventa più incessante che mai.
“Piccoli crimini coniugali” è quel dramma che nessuno vorrebbe mai affrontare, ma che messo in scena sembra voglia proprio raccontare le storie del pubblico che aveva di fronte, come uno specchio in cui gli spettatori potessero riconoscersi, divertirsi, commuoversi e capire, che è un po’ la soluzione a tutto quanto. Uno spettacolo davvero complesso e degno di approfondite riflessioni che consigliamo caldamente a tutti di andare a vedere per essere, come a noi è capitato, punti nel vivo e coinvolti a 360° all’interno di una narrazione in climax intrisa di flashback e pathos.
Comments