Alessandro Gassmann è tornato anche quest’anno al Teatro Goldoni di Livorno con il suo nuovo spettacolo: “La pazza della porta accanto”, andato in scena lo scorso martedì 13 Dicembre. Gassmann ha deciso di affrontare nuovamente il tema della malattia mentale, come già aveva fatto in “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, proponendo questa volta un estratto della biografia della straordinaria poetessa italiana Alda Merini. Anna Foglietta, scelta per interpretare il ruolo della protagonista , si è calata alla perfezione nella parte regalando al pubblico una performance eccezionale.
Per questa sua decima regia Alessandro Gassmann ha immaginato un impianto scenico che riproponesse la claustrofobia di un reparto psichiatrico e gli permettesse di interagire con la visionaria immaginazione della protagonista, affiancata in scena da nove tra attrici e attori: Angelo Tosto, Alessandra Costanzo, Sabrina Knaflitz, Liborio Natali, Olga Rossi, Cecilia Di Giuli, Stefania Ugomari Di Blas, Giorgia Boscarino, Gaia Lo Vecchio. La pièce teatrale si apre con l’internamento della giovane Alda in un sordido ospedale psichiatrico, internamento voluto espressamente dal marito che la riteneva inadeguata a svolgere il ruolo di moglie e di madre delle loro due figlie. Da qui la drammaturgia di Claudio Fava trascorre per un’ora e venti, concentrata in un unico atto, analizzando le sensazioni della poetessa sia nel rapporto con le compagne di degenza, sia nei confronti del mondo esterno dal quale si sente rifiutata. I disumani trattamenti “medici”, quali l’elettroschock e i bagni nell’acqua gelata, ai quali periodicamente veniva sottoposta Alda, non sopprimono la sua vena poetica che al contrario utilizza anche per allietare le altre malate. Le pazienti venivano quotidianamente “saziate di senso di colpa” riportando le parole di Alda, poiché come disse Franco Basaglia ideatore della Riforma del 1978 “Il manicomio non serve a curare la malattia mentale ma solo a distruggere il paziente”.
Anna Foglietta recita intensamente le poesie della Merini e sottolinea con la gestualità corporea il suo abbrutimento fisico dovuto ai continui soprusi subiti dal personale ospedaliero. Nonostante la sua discesa agli Inferi Alda riesce comunque a trovare il suo angolo di Paradiso ovvero la breve relazione amorosa, intessuta con un giovane paziente chiamato Pierre, che le regala momenti di felicità. Da sottolineare come l’annullamento umano fosse una delle tecniche utilizzate per curare la pazzia, infatti Alda viene spogliata non solo dei suoi abiti ma anche della sua identità, diventando una semplice lettera dell’alfabeto. La narrazione si conclude infine con la liberazione delle internate simboleggiata dal lancio del palloncino verso il cielo, un’ istantanea pregna di emozione e di poesia. Uno spettacolo davvero toccante molto apprezzato anche dal pubblico livornese, pertanto consiglio a tutti di non lasciarselo sfuggire.
Spazio scenico Alessandro Gassmann
con la collaborazione di Alessandro Chiti
costumi Mariano Tufano
musiche originali Pivio & Aldo De Scalzi
disegno luci Marco Palmieri
videografie Marco Schiavoni
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