Era la vigilia di Natale del 1871, quando andava in scena per la prima volta: Aida, il capolavoro di Giuseppe Verdi, al Teatro dell’Opera de Il Cairo. Dopo 145 anni di storia l’Aida continua ad emozionare il pubblico con le sue meravigliose musiche e le sue struggenti dichiarazioni d’amore, scritte dal librettista Antonio Ghislanzoni, che non accusano il passare degli anni in quanto sempre attuali e intrise di romanticismo. Il 12 e il 13 Marzo il Teatro Goldoni di Livorno ha confermato all’Aida il primato di opera senza tempo, in quanto per entrambe le date i biglietti sono andati letteralmente sold out e gli spettatori sono giunti da ogni parte della Toscana, per assistere al dramma egiziano.
Quest’opera lirica è frutto di una coproduzione tra il Teatro Sociale di Rovigo, il Teatro Goldoni di Livorno e il Teatro Verdi di Pisa che hanno scelto di riproporre l’allestimento scenografico del 2001, firmato da Franco Zeffirelli. Il regista Stefano Trespidi, che ha voluto seguire le orme del noto regista Zeffirelli, è riuscito a mio avviso nel suo intento, ottenendo un ottimo risultato, confermato anche dall’entusiasmo del pubblico, che definirei pulito e senza troppi eccessi, che distogliessero lo spettatore dal canto dei protagonisti, canto reso ancora più comprensibile dalle didascalie, proiettate sopra il palcoscenico. I sei cantanti principali erano affiancati dal Coro Lirico Amadeus e da una folta schiera di comparse tutte impeccabilmente abbigliate, per questo voglio fare i complimenti alla costumista Anna Anni che ha creato abiti scintillanti e in perfetto stile egizio, in particolar modo sono stata conquistata dalle sontuose vesti di Amneris, la figlia del faraone d’Egitto.
L’opera divisa in IV Atti è stata magistralmente interpretata da: Donata D’Annunzio Lombardi/Valentina Boi (Aida), Dario Di Vietri/Roberto Iuliano (Radamès), Giovanna Casolla/Sanja Anastasia (Amneris), Sergio Bologna/ Ivan Marino (Amonasro), Elia Todisco (Ramfis), Paolo Pecchioli (Il Re d’Egitto), membri della Compagnia Fabula Saltica. Le voci potenti e vibranti dei cantanti mi hanno coinvolta fino alle lacrime, nel tragico dramma dal triste epilogo. Dramma governato dal consueto triangolo amoroso, in questo caso fra: Aida, schiava nera figlia segreta del re d’Etiopia, Amneris, potente figlia del faraone e da Radamès, comandante delle truppe egiziane, che in seguito alla vittoria contro gli Etiopi ottiene dal faraone la mano di sua figlia, ma lui è innamorato di Aida e preferirebbe fuggire con lei che sposare Amneris.
« Celeste Aida, forma divina, mistico serto di luce e fior » sono le parole che Radamès rivolge alla sua amata dalla pelle scura, che sfida la sanguinaria società egiziana, compromettendo la sua carriera e rifiutando ogni possibilità di salvezza per amore di colei che gli ha rapito il cuore. L’armonia e la passione con la quale i personaggi interpretavano il loro ruolo era sorprendente, la loro intensa partecipazione emotiva giungeva a 360° ad ogni singola persona presente in sala, gli applausi finali infatti sono stati un’ulteriore testimonianza della loro bravura e delle loro capacità tecniche ed esecutive. Un ringraziamento speciale all’Orchestra Filarmonia Veneta senza la quale la magia dell’opera non si sarebbe potuta compiere, la quale con la sua musica ha concluso in bellezza la fantastica stagione lirica del Teatro Goldoni di Livorno.
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