11 Luglio 2015, il mondo dei videogiochi è in lutto:
All’età di 55 anni, per un tumore alle vie biliari con il quale combatteva da tempo, si spegne Satoru Iwata, presidente e amministratore delegato della celeberrima casa videoludica giapponese: Nintendo Company.
Ma chi era Satoru Iwata?
Non era il presidente di una multinazionale, rinchiuso nel suo ufficio a contare i bigliettoni. Iwata era il volto umano di un’azienda, che amava talmente tanto da presentarsi personalmente ai vari eventi, e nonostante non masticasse troppo bene l’inglese, non si poteva che rimanere ammaliati dal quel sorriso solare e spontaneo con il quale esponeva ogni notizia con estremo entusiasmo.
Ma partiamo dalle origini:
Nel lontano 1889, Fusajirō Yamauchi apre a Kyoto un piccolo laboratorio di produzione di mazzi di carte, chiamat
Dopo varie successioni familiari, sta a Hiroshi Yamauchi prendere le redini dell’azienda, che trasforma pian piano, fino a farla diventare il colosso che conosciamo oggi.
Ma nonostante la fama come uno dei più brillanti imprenditori a livello globale, Hiroshi si dimostra un presidente “freddo”, distaccato, poco reperibile e nonostante sia l’uomo sotto la cui dirigenza sono nati Super Mario e il GameBoy, girava voce che non fosse un grande amante dei videogiochi.
L’azienda si affacciava sulla panoramica mondiale, ma si difronte le imponenti spalle della concorrenza: la Sony e la Microsoft.
Doveva trovare un modo per raggiungerle e combatterle ad armi pari.
Ed è da questo momento che Satoru Iwata fa la sua comparsa:
Iwata iniziò la sua carriera negli anni ’80, come, programmatore per “HAL Laboratory”, che sfornò le serie Kirby e Super Smash.
Nel 2002 venne chiamato ad assumere il ruolo di presidente dell’azienda, prendendo il posto di Hiroshi (in carica da ben 50 anni) divenendo così il quarto presidente della Nintendo, e primo non direttamente imparentato con la famiglia fondatrice.
Iwata fu l’uomo della rinascita, convinto che i videogiochi dovessero essere qualcosa di accessibile a tutti e non più un’esclusiva degli appassionati, non voleva rinnovare solo l’azienda ma anche l’intera industria videoludica, e possiamo dire che ci sia riuscito:
Nel 2004 viene rivelata al mondo la nuova console portatile, il “Nintendo DS”, che introduceva l’era del Touchscreen, ma il successo vero e proprio arrivò nel 2006 con la console fissa “Nintendo Wii” e la sua rilevazione di movimento che sbaragliò completamente la concorrenza.
Ma i periodi bui ci sono per tutti, la nuova console casalinga “Wii-U” non ha attecchito quanto la predecessora, e non ha portato i guadagni sperati, è anche vero che non era facile ereditare un testimone tanto importante come quello della Wii, presente praticamente in tutte le famiglie; anche la nuova console portatile, il “3DS” ha avuto una nascita travagliata, con accuse per i danni che provocava il 3D senza occhialini.
Per lanciare un messaggio ai dipendenti e agli investitori, Iwata compie un gesto ammirevole, si dimezza lo stipendio, come per dire:
“La Nintendo non crolla, può capitare a tutti di inciampare, l’importante è saper tornare in piedi”.
Esempio ancora più lampante della grande professionalità di quest’uomo.
Sul sito della Nintendo, da un bel po di anni ha preso il via una rubrica intitolata “Iwata Ask”,
Completamente diverso dal precedente direttore, Iwata ha saputo portare una ventata di innovazione nell’azienda, mettendo la faccia in ogni prodotto, ponendosi allo stesso piano dei giocatori e non da venditore, basta guardare un suo video promozionale o una sua conferenza per affezionarsi subito a quest’ometto dagli occhi a mandorla.
Lo scorso anno il presidente Nintendo decise inaspettatamente di non presentarsi all E3, visto che i medici gli avevano sconsigliato viaggi così lunghi, successivamente si era sottoposto ad un intervento chirurgico per un improvviso peggioramento.
Iwata aveva apertamente affermato che la sua malattia sarebbe stata difficile da curare, ma nessuno si sarebbe aspettato che scomparisse così presto.
Il mondo intero si stringe in cordoglio per ricordare una grande personalità, che ha lasciato, qualcosa della sua azienda in tutti noi.
Sono tanti i messaggi dal mondo dei videogiochi, ma il più importante è quello di Phil Spencer (Microsoft – Xbox): “- In tutta onestà, non ero un giocatore di titoli Nintendo. Sono cresciuto giocando su Atari 2600 e PC. Quando sono entrato a far parte dell’industria videoludica, quando mi sono reso conto di cosa significasse sviluppare videogiochi, ho compreso quanto Nintendo fosse speciale. Iwata-san ne è stato Presidente sin da quando sono entrato a far parte di Xbox e, credo di ricordare che fosse durante la GDC del 2005 che lui affermò:
“Sul mio biglietto da visita c’è scritto che sono il presidente di una compagnia. Nella mia mente, sono uno sviluppatore di videogiochi. Ma nel mio cuore, sono un videogiocatore”.
Da una semplice fabbrica di carte da gioco, ad un’azienda che ha fatto sognare milioni e milioni di videogiocatori in tutto il mondo, a chi più chi meno, nelle mani di tutti sono passati titoli storici come Super Mario, Donkey Kong, Pokèmon, Zelda, Metroid, Keerby e Sonyc.
Grazie Nintendo, grazie per tutti quei bei momenti trascorsi in serenità, da soli o con amici. Bastava poco: Un gameboy e la cassetta del gioco, l’avventura iniziava nel momento in cui la inserivi all’interno dell’apposito scompartimento e premevi il tasto di accensione.
con quella semplicità che riusciva ad intrattenere grandi e piccini, saltando da una piattaforma ad un’altra con Mario, vivendo avventure al limite del fiabesco con Link o essere circondati da amici fantastici con cui affrontare scontri epici in Pokèmon.
Spero solo che, come questi titoli hanno saputo intrattenere e perché no? Talvolta insegnare qualcosa, con le vecchie generazioni, possano continuare a fare lo stesso con le nuove, mantenendo quei colori sgargianti, quelle colonne sonore indimenticabili e quella semplicità che riesce a rilassare e strappare un sorriso a qualsiasi età.
Grazie di tutto… Satoru Iwata (1959-2015)