Sabato 24 novembre e domenica 25 il Teatro Verdi di Pisa ha ospitato la brillante commedia di Florian Zeller, A testa in giù, per la regia di Gioele Dix. Il titolo originale è L’envers du decor, una commedia del 2016 con Daniel Auteuil, rappresentata oltralpe, che riscosse ammirazione da parte del pubblico francese tanto da trarne un film, Sogno di una notte di mezza età, con Auteuil e Gérard Depardieu (ottobre 2018).
La trama
La storia raccontata è un intreccio tipico della comicità francese. Daniel (Emilio Solfrizzi) e Isabelle (Paola Minaccioni) sono una consolidata coppia borghese, sposata da venti anni. Lei è un’insegnate, lui un editore prestigioso.
Un giorno Daniel incontra Patrick (Bruno Armando), storico amico della coppia che ha da poco lasciato la moglie per una ragazza più giovane. Daniel, per non sembrare sgarbato agli occhi dell’amico, lo invita a cena insieme alla sua nuova fidanzata Emma (Viviana Altieri). Inizialmente Isabelle, per solidarietà con l’amica ed ex compagna di Patrick, si oppone alla cena, ma per curiosità e al contempo paura che Patrick possa plagiare suo marito, acconsente.
L’arrivo della nuova coppia scombussolerà l’equilibrio coniugale dei padroni di casa. Tra silenziosi imbarazzi, frasi fatte, pericolosi pensieri acidi, frustrazioni e pregiudizi, la cena si rivelerà inadeguata per tutti, ma sarà una bellissima occasione per Isabelle e Daniel di scoprirsi davvero innamorati e complici in una vita apparentemente piatta.
Tutto lo spettacolo si svolge all’interno della casa dei coniugi. L’abitazione è ricavata in un’ex tipografia parigina. I materiali utilizzati per l’allestimento sono il legno e il metallo, con un arredo Industrial chic.
La novità
La regia è molto raffinata e originale. I pensieri dei protagonisti sono messi in scena e hanno la stessa importanza delle battute creando una doppia comicità: lo spettatore infatti, assiste a ciò che il personaggio è costretto a dire e, subito dopo, a ciò che pensa davvero. Il lato cinico, le gelosie, la perfidia, lo scontento e le paure dei personaggi vengono messi a nudo davanti al pubblico che ne diventa complice e testimone.
Nella sua semplicità la commedia è veloce e divertente, anche se le parole “pensate” dai personaggi sono spesso pungenti e drammatiche, ma efficacemente risolte con gaffes e qui-pro-quo, che ne alleggeriscono i toni.
Il testo presenta luoghi comuni: il marito che lascia la moglie per una ragazza più giovane, l’amico che lo invidia e l’amica della donna lasciata che odia la nuova conquista dell’ex marito dell’amica. Daniel durante tutto lo spettacolo racconta al pubblico quanto desidererebbe al suo fianco una bella donna sexy come Emma. Tuttavia alla fine comprende che il vero amore è quello per sua moglie, sfuggendo così allo stereotipo del proprio personaggio.
Di grande riflessione per il protagonista Daniel e frase chiave, a mio parere, della commedia è quella citata da Patrick “Non bisogna vivere contro sé stessi, mentendo a sé stessi“. Un’affermazione che scuote l’animo del protagonista, ma anche quello degli spettatori, invitandoli a riflettere sulla propria vita.
I personaggi
Solfrizzi accompagna con ritmo serrato e brillante il suo Daniel, sopraffatto da un ventaglio di emozioni: la stima per la moglie, il compiacimento delle attenzioni da parte di Emma, l’insofferenza per l’abitudinarietà coniugale, l’invidia per l’amico, il timore di apparire ridicolo, la snobismo da borghese colto. Bellissimi i due monologhi velocissimi (specialmente uno nel primo atto) di grande effetto, che dimostrano il suo enorme talento, suscitando nel pubblico fragorosi applausi.
Altrettanto brava nel rendere credibile il personaggio di Isabelle è stata Paola Minaccioni, come del resto anche gli altri due coprotagonisti: Viviana Altieri, che recitava la parte della finta bella tonta, ma perspicace nel comprendere la situazione coniugale di Daniel e Isabelle e sempre pronta a cercare di trovare la persona giusta che la possa lanciare nel mondo del teatro, e di Bruno Armando nella parte di Patrick, che ha saputo interpretare la crisi dopo un lungo matrimonio, desideroso di vivere una nuova giovinezza piena di piaceri materiali.
Tutti i personaggi hanno utilizzato un labirinto di gesti e un’accentuata mimica facciale, sottolineando ancor più il lato comico della vicenda.
Lo spettacolo ha ottenuto un ottimo consenso da parte del pubblico, che è stato coinvolto diventando complice dei protagonisti, che a loro volta hanno saputo regalare leggerezza, riflessione e tanto divertimento.
..Un nuovo progetto..
Domenica 25 è stato presentato nel foyer del Teatro Verdi il libro, Roger, di Umberto Marino, dedicato a Roger Federer, famoso tennista e re indiscusso del ranking ATP.
Dal libro è stato tratto anche uno spettacolo teatrale diretto dallo stesso Marino con l’attore Emilio Solfrizzi. Un monologo che si svolge interamente su un campo da tennis e rappresenta un’immaginaria e tragicomica partita tra un generico numero due e l’inarrivabile numero uno del tennis di tutti i tempi, un fuoriclasse di nome Roger. Un monologo su un tennista che da anni deve affrontare Federer (ma anche, in qualche modo, Dio) senza riuscirvi.
Lo spettacolo è andato in scena in prima nazionale il 27 giugno al Teatro Sannazaro di Napoli.