Il genio assoluto di Nolan aveva fin qui sempre unito ma adesso, per la prima volta, si trova ad affrontare diverse critiche. Dopo aver elevato alla massima potenza l’eroe oscuro della Dc Comics e aver compiuto un mirabolante viaggio nel mondo onirico volge il suo sguardo visionario allo spazio più profondo.
Il film è ambientato in un futuro prossimo imprecisato dove i cambiamenti climatici hanno distrutto interi raccolti e a più riprese stanno intimando all’umanità di cercarsi una nuova casa. Ed anche il protagonista, Cooper, a causa delle tremende carestie da ex pilota è costretto a diventare un agricoltore. Ma quando la Terra ha ormai le ore contate viene coinvolto in un progetto segreto al fine di condurre un’ultima disperata spedizione nello spazio alla ricerca di un nuovo pianeta abitabile per evitare l’estinzione della nostra specie.
Il regista britannico conta su un folto cast tra cui Matthew McConaughey, Anne Hathaway, Michael Caine, Jessica Chastain e Matt Damon. La produzione è costata circa 165 milioni di dollari e la pellicola è girata in 70 mm che, ripudiando il 3D, ci regala effetti visivi unici. Nolan intreccia sapientemente le fila della trama che si svolgono su piani narrativi e temporali differenti, compone abilmente uno dei suoi complessi puzzle pezzo dopo pezzo e, anche se gli ultimi sembrano un po’ forzati, il prodotto finale è assolutamente suggestivo.
Il viaggio nello spazio è una gioia per gli occhi, la fotografia è magnifica e il regista riesce a conferire al cosmo una dimensione reale, viva e piena di fascino. La scelta poi di togliere qualsiasi rumore nelle scene in cui si ammira lo spazio fa percepire un senso di stupore e angoscia dinanzi all’immensità dell’universo. Anche le musiche, del solito impeccabile Hans Zimmer, avvolgono il film e accompagnano con energia la storia.
Le premesse erano ottime ma c’è qualcosa che ha intaccato il film e lo ha reso bersaglio di numerose critiche anche ingenerose. Ciò che si critica maggiormente è il fatto che, siccome wormhole (o ponti di Einstein-Rose) e buchi neri sono perni fondamentali su cui si snoda la trama del film, molti fisici, astronomi o pseudo tali hanno scosso il capo e si sono sentiti in dovere di censurare e criticare i presunti fondamenti scientifici da cui prende vita la trama. Questo nonostante che nella realizzazione del film sia presente Kip Thorne (dalle cui teorie è ispirato il film) che non è appunto uno studentello presuntuoso qualunque ma, come Hawking, uno dei fisici teorici e massimi esperti di relatività generale al mondo.
Ora, io sono un semplice appassionato di fisica e cosmologia ma d’altro canto alcune critiche mosse da evidenti scienziati hipster sembrano più che altro voler screditare o demolire il film e considerato che, tutto sommato, la definizione della parola fantascienza è “narrazione o rappresentazione di vicende fantastiche, apparentemente o parzialmente fondate su elementi scientifici” essi farebbero bene allora, piuttosto che andare al cinema, a guardarsi i documentari.
E su queste critiche (perlopiù sputate a mo’ di sentenze dai professoroni di turno) sono intervenuti dapprima lo stesso Kip Thorne, il quale ha scritto un libro “The Science of Interstellar” edito soltanto negli USA dove spiega passo passo tutte le teorie utilizzate nel film e successivamente addirittura Stephen Hawking che si è espresso favorevolmente dando ragione all’opera di Nolan.
Andando oltre, personalmente venero Christopher Nolan ma ci sono un paio di critiche che per onestà intellettuale devo muovere: in primis mi hanno un po’ deluso i dialoghi, li ho trovati privi dell’intensità a cui il regista ci aveva abituato. Inoltre, ho trovato per circa 2/3 il film davvero spettacolare ma a un certo punto forse la storia osa troppo mostrando sullo schermo un qualcosa che, probabilmente, è troppo lontano dal comune spettatore perdendo così quella carica di empatia che l’aveva fin lì accompagnata.
Ma forse è proprio l’ambizione del regista che deve essere lodata, in un tempo in cui il cinema ci propina le solite minestre riscaldate o cerca di andare sul sicuro con trame già collaudate se non ci pensa Nolan a farci sognare davanti al grande schermo non so più in cosa credere! D’altronde qui stiamo parlando di un film che gioca sapientemente con buchi neri, fisica quantistica, dimensioni e con la relatività generale; un qualcosa che non ha davvero precedenti.
Benché ci siano delle similitudini con Inception, nel film è presente una carica sentimentale ed emotiva a tratti struggente, un atmosfera romantica che non trova pari nei suoi precedenti lavori. Credo sia banale analizzare tutto questo come un semplice viaggio nello spazio come tanti altri perché è forse altresì una ricerca all’interno del genere umano stesso. Un viaggio attraverso la paura e la speranza, la disperazione e la fede che occultiamo infondo alla nostra anima. Un inno a questa forza incredibile del genere umano che scaturisce dall’istinto di sopravvivenza e dall’amore, che non si piega ad un triste destino ormai certo e trova la forza di vincere nonostante tutto. Fisica compresa.
Un film che va visto, rivisto, compreso e studiato; magari per molti non sarà il film migliore di Nolan ma consiglio vivamente a tutti di vederlo.
Alessio Nicolosi
Comments