La Canzone della Buona Notte
Intervista ai Sognolivido
Può capitare che un giorno, per caso, tu scopra qualcosa di buono o quanto meno interessante anche in Facebook o nei Social Network in generale; Sii sincero, oggi andare ai concerti di band sconosciute o stare ad ore e ore alla ricerca di canzoni che possano suscitare in te emozioni forti non tira più come una volta e forse, la vera e cruda realtà, è che si è diventati troppo pigri persino per andare ad ascoltare un gruppo musicale inedito in un qualche pub o palco della propria città (grazie televisione, itunes e cazzi vari!). Tranquilli, è la natura umana, o meglio, è la natura di alcune persone che oggi passano intere giornate in youtube per trovare canzoni che possano fare da colonna sonora alla loro vita. Ehi, guarda che non c’è niente di cui vergognarsi… mah, magari sei un po’ “schiavo” del sistema, anche il sottoscritto lo fa, il più delle volte, e che risultati allora! Tuttavia, sebbene Faccia-Libro, per gli amici FB, sia oggigiorno più uno specchio per le Stars di tutto il mondo ove scoprire quanto le proprie canzoni facciano tendenza sottolineandone dunque il successo o il flop, capita di trovare anche band emergenti che, proprio grazie attraverso questo mezzo, possono arrivare alle orecchie di coloro che, per svariati motivi, non avrebbero nemmeno un motivo concreto per conoscerle. L’approccio tra chi scrive questo aritculetto con i SognoLivido è nato per una vera e propria casualità, che in tal preciso frangente si rivela essere una “amicizia in comune” che ha partecipato alle riprese del loro primo video musicale curandone anche i costumi di scena. Grazie, infatti a Chiara Rocco (intervistata da noi di Uninfonews.it qualche settimana fa riguardo alla sua passione per l’arte del cosplayer, trovi il tutto nella sezione Games) sono giunto nell’account youtube di questo giovane gruppo e poiché ho trovato interessante la loro canzone (qualcuno, da queste parti liquiderebbe il tutto con un “m’è garbata parecchio!”), “La Canzone della Buona Notte”, ho deciso di intervistarli!
Vi lascio alle domande fatte dal sottoscritto (e dal collega Matteo Taccola che ringrazio di cuore per la gentile concessione di alcuni suoi quesiti) ed alle conseguenti risposte della Band, dai natali Senesi, SognoLivido. Alla fine della (lunga) intervista vi saranno inseriti un paio (si fa per dire) di link utili qualora voleste accedere al loro canale Facebook, YouTube o vedere il loro video!
Scherzando, durante un’intervista fatta a capodanno per una TV Senese, il nostro batterista disse “È nato tutto in un garage, da un garage”. La verità è che non ci è andato troppo lontano: il progetto è nato da un’insieme di idee che hanno trovato un punto di incontro nelle tante sessioni di prova che hanno avuto luogo durante il periodo estivo del 2012. Ci sono piaciute, piacevano anche a qualcun altro oltre che a noi, e abbiamo deciso di dar loro un nome: Sognolivido.
Perché avete scelto come nome della band “SognoLivido”, ha un qualche preciso significato per voi?
Volevamo rappresentare con il nome una serie di cose che ci passavano per la testa: sconforto politico/sociale (al giorno d’oggi va di moda sia affermarlo che denigrarlo, ma ti assicuro che il nostro è autentico!) unito al sound grezzo che abbiamo ricercato durante le prime fasi di composizione.
Quando dovete mettervi d’accordo per comporre un pezzo cercate il compromesso? E’ un lavoro corale o comunque è il singolo che porta avanti il suo disegno interiore?
Dipende. Ogni canzone è una storia, e quindi può svilupparsi in tanti modi diversi: a volte c’è già un’idea ben precisa e viene solo resa concreta, altre volte nasce tutto in maniera casuale e sta a noi tracciare un confine per delineare il brano. Il lavoro è in ogni caso decisamente corale, in modo tale da spronarci l’un l’altro a tirare fuori il massimo e superare i propri limiti compositivi.
Quale “tipo” di musica suonate? Vi immergete totalmente in un genere o avete in progetto anche di abbracciare vari altri aspetti della musica?
Boh! Direi un misto tra Crossover e Alternative Rock. Ma per te possiamo essere anche Psycho Billy (ti giuro che esiste!).
In base alle esperienze che state facendo come è muovere i primi passi nell’ambiente della musica?
È una giungla mista ad una pista di formula uno. Se non sei prudente ti mangiano vivo, devi dosare tutti i tuoi mezzi di sopravvivenza con molta parsimonia e devi sperare di arrivare “sempre primo”, ma se spingi troppo sull’acceleratore sbandi e ti schianti. C’è chi fa il tifo per te e chi ti augurerebbe il peggio, chi è sempre pronto a darti una mano e chi è pronto a metterti i bastoni fra le ruote.
Da quello che ci abbiamo capito noi, l’importante è sempre guardare la strada davanti a sé e non curarsi del percorso altrui, tenendo ben presente che l’umiltà di non togliere a nessuno una mano d’aiuto è necessaria e non solo un valore aggiunto.
Quali sono gli autori o le canzoni che più influenzano i vostri testi?
Tra le nostre influenze ci sono gruppo italiani come Caparezza, I Ministri, Verdena, Marlene Kuntz, Linea 77, e band internazionali quali Freak Kitchen e Maximum the Hormone. Non manca niente!
Quanto è stato difficile comporre il vostro primo EP? Quali sono le idee e i sentimenti che lo muovono? C’è un filo conduttore?
Se posso essere sincero, non tanto: spesso e volentieri quando un gruppo si forma per i primi mesi le idee non mancano mai. Ci sono tante strade da battere ed ogni escamotage musicale ha il sapore di “nuovo”. È dopo, con il tempo, che si comincia a copiare da sé stessi e a non esser più soddisfatti di alcune ridondanze rilevate con il progredire della maturità del progetto. Insomma, come quando esci con una bella ragazza e poi dopo qualche mese ti rendi conto che effettivamente il culo è un po’ troppo grosso..
Quali sono, e sopratutto dove si terranno, i vostri prossimi concerti?
Siamo in momento “ricerca di date”: al momento, di sicuro, c’è solo un paio di date senesi in due noti locali ed un festival a dicembre a Firenze. Fine settembre è un po’ per tutti gli artisti emergenti il momento di recarsi dai vari gestori per proporre la propria musica e fissare un concerto. Possibilmente facendosi pagare.
Qual è l’evento musicale, a cui avete partecipato, che vi ha lasciato un segno profondo?
Probabilmente il capodanno senese. Suonare alla mezzanotte del 31 dicembre davanti ad una delle città più belle d’Italia, nella sua piazza principale, è stata un’emozione indescrivibile. Al secondo posto invece sicuramente l’intera esperienza di Sanremo Rock; partivamo con l’idea di andarcene via alle prime eliminatorie, e poi siamo arrivati secondi in finale nazionale. Ancora oggi non ci crediamo.
Nel mondo della musica conta più la fortuna o la bravura?
La fortuna. Di gente brava come noi ce n’è tantissima, di gente più brava di noi ce n’è ancora di più, e qui non conta solo la sostanza. Bisogna sapersi vendere ed avere qualche particolare allineamento planetario affinché la propria musica arrivi a qualche “comodo” orecchio. ‘na botta de culo, intendiamoci.
Avete da poco messo in rete il videoclip della canzone “La Canzone della Buona Notte”, potete dirci che tipo di esperienza è stata per voi?
Pubblicare il videoclip è stata una sorta di prova per noi. Volevamo quantificare in numeri l’indice di apprezzamento del nostro progetto, con un prodotto che noi ovviamente abbiamo ritenuto idoneo al raggiungimento dell’obiettivo. C’è stata tanta paura all’inizio (“e se poi non piace?” “se ‘un ci caha nessuno?” “Se Giuseppe Sapio posta un video in risposta?”), ben presto superata visti i buonissimi risultati.
Nel girare un videoclip musicale la messa in scena è sempre curata dalla band o da un regista/autore esterno?
Nel nostro caso l’intero video è stato curato sia dalla band che dalla troupe che si è occupata della registrazione (Room ø – Siena). Altre volte però abbiamo sentito di gruppi che han lasciato carta bianca ai registi, ed è un terno al lotto: se trovi quello con l’idea geniale nessun problema, ma in caso contrario..
Siete soddisfatti del risultato ottenuto con il videoclip de La Canzone della Buona Notte?
Tantissimo.. siamo in lizza per le ottomila visualizzazioni e sinceramente non nascondo di essere oltre i risultati più rosei previsti. Speriamo duri a lungo!
Avrete intenzione di pubblicare a breve un nuovo videoclip?
Non per il momento; il videoclip per una band auto-prodotta è un investimento vero e proprio, vorremmo dunque prima tirare fuori il massimo da questo e poi in futuro si vedrà. Spendere 5000 € in video all’anno per poi suonare alla sagra dei ceci non ci sembra una strategia di marketing impeccabile.
Quanto, i social network, aiutano band o cantanti emergenti secondo il vostro punto di vista?
Tanto se si usano per il bene del gruppo, poco se li si usano ad minchiam. Il social network serve per pubblicizzare il proprio progetto, ma per farlo servono anche dei contenuti; la band formatasi l’altro ieri che pubblica stati come “Oh raga grandi prove stay tuned”, “Oh raga oggi tutto il gruppo mangia frittata \m/”, o quella che con alle spalle un solo concerto a Borgo a Buggiano ha una pagina tappezzata di stati in solo inglese maccheronico, non fanno altro che rendersi ridicole e nel peggiore dei casi divengono anche calamite d’odio.
È bene pubblicizzarsi e – in gergo tecnico – rompere i maroni alle persone, ma è anche bene farlo presentando contenuti concreti e reali, e non utilizzando la piattaforma dell’internet solamente per dare aria alla bocca (o alle dita?).
In due righe spiegate a chi non vi conosce perché dovrebbe ascoltarvi!
Siamo brutti, grezzi e parliamo male di tutti, anche di noi e di voi. Perché non farlo?
Di seguito potete vedere il video de La Canzone della Buona Notte
Potete accedere alla pagina Facebook dei Sognolivido cliccando —-> QUI
Ringraziamenti
Si ringrazia per la disponibilità la band Sognolivido, augurandole futuri e grandi successi, per aver risposto ad ogni domanda da noi fattale e per averci permesso di utilizzare alcune immagini del loro nuovo video; si ringrazia anche Matteo Taccola per aver concesso al sottoscritto di utilizzare alcune delle sue domande utilizzate in interviste o interventi passati.
Intervista realizzata da Claudio Fedele
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