Per l’ennesima volta, per motivi di natura puramente politici, che non hanno nulla a che vedere con un presunto diritto alla difesa da parte di Israele, si colpiscono civili innocenti, una popolazione per altro già stremata da una situazione di isolamento e embargo ormai decennale.
Una popolazione che vive in un carcere a cielo aperto, sottoposta ad embargo, da cui non ha alcuna possibilità di fuggire.
Tutto questo secondo idee criminali che si basano sulla logica disumana di una presunta “responsabilità collettiva”: di vecchi, donne, bambini che giocano in spiaggia..
In realtà Israele usa lo strumento militare per creare divisioni all’interno del fronte palestinese, per ribadire agli Stati Uniti l’egemonia israeliana sull’area, per fiaccare la volontà di resistenza e di opposizione della società palestinese.
I sostenitori dei diritti dei palestinesi in questi giorni devono ribadire con forza che l’intervento militare israeliano contro gli abitanti di Gaza, per cielo e per terra, deve essere fermato, senza alcuna condizioni.
Che Israele deve porre fine alle sue politiche coloniali dentro e fuori i suoi confini, demolendo il muro dell’apartheid e smantellando tutte le colonie.
Ribadiamo che solo tramite una soluzione politica, basata sulle mobilitazioni e l’autorganizzazione delle popolazioni è possibile creare le condizioni per garantire i diritti dei palestinesi e mettere in crisi il progetto colonialista sionista.
Sempre più urgente diventa quindi la necessità di avviare una politica di sanzioni, boicottaggio e disinvestimento dei prodotti israeliani, di tutti i prodotti israeliani.
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