Scopriamo chi è Andrea Cerrai: Egli fu attratto dalla creatività artistica sin da adolescente, inizia ad esporre le sue opere al pubblico nei primi anni del 2000. Stimolato dalla fantasia e dalla sensibilità crea opere dai contenuti realistici: Parigi, Firenze, marine paesaggi, gabbiani, etc… I colori contrastivi e i dettagli particolari rendono la sua pittura unica che senza ombra di dubbio evidenza una personalità determinata, ma al contempo gentile con cui viene naturale entrare subito in comunicazione. La sua ricerca artistica lo spinge continuamente a penetrare a fondo la realtà e a trasmetterla sulla tela in modo diverso da come viene percepita dall’occhio comune. Ed è proprio questa sua originalità che rende le sue opere peculiari, originalità che è prerogativa del vero artista quale è Andrea Cerrai. Da una nota del pittore Giovanni Malventi.
Il giorno 5 Luglio presso la suggestiva località di Castiglioncello un volto ormai conosciuto della pittura locale livornese, Andrea Cerrai, ha inaugurato la sua quindicesima mostra personale nel meraviglioso hotel Atlentico della suddetta cittadina.
La cerimonia si è aperta con l’introduzione di Viola Notari:- “Il nostro cervello si modifica di fronte alla realtà, ma allo stesso tempo è capace di cambiarla, in questo senso l’arte amplifica la realtà, crea un nuovo canale mentale, in grado di aprirsi a nuove esperienze, l’opera d’arte deve riuscire a suscitare nella mente dello spettatore sensazioni ed emozioni che sono state presenti nella mente dell’artista. Al cospetto di un’opera d’arte guardarla, percepirla, comprenderla, apprezzarla, implica il coinvolgimento di molte strutture celebrali e l’attivazione di meccanismi ben specifici a partire dai funzionamenti alla base della percezione visiva, implicati nella cosiddetta psicologia del vedere, nell’esperienza estetica ed emozionale, questo non si riferisce solamente all’emozione provata da chi gusta un dipinto, ma anche al momento creativo che coinvolge l’artista per la realizzazione della propria opera d’arte, un’opera d’arte nata dalla combinazione di ciò che l’artista esperisce visivamente e come interpreta quanto gli viene comunicato dal mondo esterno.”,
e la pittrice Chiara Guidi:-“Gli uomini mi hanno ritenuto pazzo ma non è ancora ben chiaro se la pazzia sia o non sia la forma più alta di intelligenza e se le manifestazioni più meravigliose, più profonde dell’ingegno umano non nascano da una deformazione morbosa del pensiero, degli aspetti mentali a spese dell’intelletto normale le domande che ci poniamo a riguardo alla connessione tra malattia mentale e processo creativo sono molteplici. Seguendo il binomio tra genialità e follia queste due parole trovano il loro accordo intorno a un unico significato quello di schizofrenia, ovvero la mente scissa in due mondi, la dimensione frantumata dell’essere che inaccessibile nella sua originaria unità si concede all’uomo come lacerazione, quest’ultimo si fa testimone di questa insensatezza per portarla alle sue espressioni più alte, ovvero gli artisti che attraverso il loro sacrificio e con la loro catastrofica biografia segnalano la condizione della vita come assenza di protezione da cui noi ci difendiamo non oltrepassando il recinto della nostra ragione.
Se invece il folle fosse semplicemente un uomo che ha preferito diventare pazzo piuttosto che uniformarsi alla massa? Dopo tutto non vi sembra che oggi chiunque esca minimamente dai canoni predisposti dalla società non venga considerato tale? La società moderna apparentemente incoraggia l’originalità e la diversità, ma poi si autocontraddice proponendoci dei modelli e delle espressioni da adottare per risultare conformi e adeguati a ciò che ci si deve aspettare. E voi siete normali?”
in “La Villa”, struttura facente parte dell’hotel, un edificio dei primi anni del ‘900, completamente ristrutturato, successivamente l’artista e il proprio staff ha accompagnato i visitatori nella magica atmosfera dell’hotel vero e proprio, in cui sono state presentate le 40 opere dell’artista
creando una sorta di percorso artistico fra il “vecchio” e il “nuovo” modo pittorico e di riflesso la propria essenza umana.
Nella nuova collezione, composta da 18 delle 40 opere, l’artista ha voluto dare spazio a un’ampia gamma di tematiche: la leggerezza, il tema politico, i colori, l’attesa, riconfermando un soggetto a lui sempre caro quello della donna presente anche nella collezione passata.
Non solo abbiamo una evoluzione riscontrabile nelle opere, ma anche nelle cornici, elemento non di poco conto, trasformandosi da elaborate, (precedente collezione), a semplici, (nella nuova collezione).
Nella nuova collezione sono presenti temi come quello della leggerezza e della libertà esplicati tramite la raffigurazione di gabbiani o un areo guidato dalla stella di Sirio.
Il tema politico-economico è invece rappresentato dalla città di New York, la statua della libertà, il potere ancora presente dell’America, la crisi economica mondiale.
Il tema del colore come espressione dell’io sulla tela o i cosiddetti “quadri in attesa” creati prima dell’ispirazione vera e propria, simbolo del passaggio tra lo stato di quiete e il momento culminante dell’artista.
In alcuni quadri l’artista ha voluto trasportare il suo io bambino attraverso lo studio della fantasia confrontando la propria fantasia infantile di un tempo con quella dei bambini di oggi.
In oltre il pittore livornese ha voluto omaggiare il pittore livornese Natali con una bellissima raffigurazione della Rotonda dell’Ardenza.
“La scelta tecnica viene quasi tralasciata, dopo anni che cerchi di raggiungere la perfezione artistica si cerca qualcosa di più profondo, si ha la volontà di dipingere per lasciare un messaggio che forse solo in pochi riusciranno a comprendere” di Andrea Cerrai
Matteo Taccola
matteo.taccola@uninfonews.it
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