21 Dicembre 2024

Recensione di Suspensum

Premessa: Recensione realizzata in anteprima ed in esclusiva per gentile concessione di coloro che hanno realizzato il suddetto medio-metraggio. Si ringrazia Filippo Morelli per aver dato a noi l’opportunità di guardare e recensire il suo lavoro. Ricordiamo, inoltre ai nostri lettori, che nella presente recensione sono presenti in minima parte degli *Spoiler*! Si è cercato, ovviamente, di evitare di rivelare gran parte dei particolari della trama, ma data la natura del prodotto, alcune sfumature sono purtroppo e comunque trapelate.
Suspensum è inoltre un medio-metraggio a costo zero, o se preferite “No Budjet”, portato avanti da un gruppo di persone che hanno messo al primo posto la propria volontà, mezzi, passione, nonché la propria fiducia in esso.


Suspensum locandina ufficialeAgata, una diciannovenne con la passione per la pittura, sta affrontando un periodo particolare della sua esistenza. Un misterioso uomo, Max, entrerà improvvisamente nella sua vita, aiutandola a comprendere molti degli enigmi in cui è avvolta. Ognuno scaverà nel passato dell’altro scoprendo inconfessabili verità. Una storia che viaggia attraverso emozioni, tempi e luoghi diversi, affrontando la principale difficoltà con cui ogni essere vivente deve fare i conti: accettare la propria natura. 

Parlare della morte non è mai semplice, poiché sebbene ognuno di noi in fin dei conto e facendo appello alle proprie esperienze ha vissuto quest’ultima a modo suo, e per quanto la stessa in definitiva sia parte integrante, nonché estremamente naturale come può esserlo l’atto di nascere, della nostra vita, molti si sono cimentati nel raccontare storie al cui centro vive, pulsa, un rapporto, una riflessione e persino una giustificazione della Morte. Per questo motivo, in un po’ tutte le sette arti a cui l’uomo può fare appello e mettere in luce il suo genio ed estro creativo, non è mai così banale o  scontato che chi si cimenta nel raccontare determinate storie esse, a volte, si dimostrino prive di interesse, fin troppo stereotipate, poco originali o persino scialbe.

Suspensum, diretto da Filippo Morelli su una sceneggiatura di Alice Del Corso, prova non tanto a far chiarezza su cosa sia la vita e la sua conclusione quanto piuttosto a mettere in scena una vicenda straziante curata in modo particolare sotto l’aspetto tecnico, che seppur con qualche cliché del genere e del tema al quale attinge riesce in fin dei conti a farsi apprezzare anche grazie e sopratutto a delle riflessioni, dialoghi, dettagli, sequenze interessanti e visivamente potenti.03

Analizzando con attenzione alcuni aspetti di Suspensum sembra quasi che questo Medio-Metraggio appaia quasi come un’opera che  essenzialmente prenda a cuore la consapevolezza dell’Uomo di essere ciò che è davvero; un lavoro che punta molto sul fatto di mettere in luce protagonisti che dopo un particolare processo di radicale cambiamento, ognuno differente dall’altro, prendono coscienza non solo del proprio presente spazio-temporale, ma anche della propria coscienza. Cerando di trovare una domanda al quesito non tanto del “Che cosa siamo?” ma del “Chi siamo davvero”.

Potrebbe, il tutto, far storcere il naso ai più, eppure una volta giunti ai titoli di coda la sensazione principale è quella di aver visto una storia che se non brilla di originalità, rimane comunque ancorata a tutta una serie di dettagli e sfumature concrete che ne rivelano di gran lunga il potenziale, come ad esempio, quello di voler narrare il tutto da ben tre punti di vista (vittima, assassino, spettatore, identificabile con il fratello di quest’ultima) ove il dramma personale ognuno di essi non intralcia né affossa l’altro, complice anche una delicatezza narrativa ed una regia che rende omogeneo l’intero lavoro senza appesantire o favorire l’uno o l’altro personaggio.11

E’, questa, una storia drammatica, dove una giovane ragazza, di nome Agata, viene uccisa e vive in sospeso tra la vita e il mondo dell’aldilà; un elemento, questo, che ricorda vagamente film come Ghost,Sospesi nel Tempo, Il Sesto Senso, Amabili Resti e le altre pellicole incentrate su fantasmi e affini. Max, colui che a seguito di determinati eventi avrà un’importanza chiave per la protagonista, è un personaggio che anch’esso se analizzato al microscopio e di conseguenza in modo più incisivo vive tra lo stereotipo e l’inedito dato che se da una parte egli appare in un primo momento come il vampiro dai connotati romantici a cui Twilight ci ha ormai abituato, in un secondo tempo è grazie alla sua (non) bellezza, al profondo senso di colpa, egoismo e castigo personale che riesce a sorprendere e dunque distaccarsi da una figura che negli ultimi anni è stata, per certi aspetti, stravolta e resa popolare fin all’invero simile.


01Per quanto riguarda la regia, va detto che questa riesce a reggere il peso di 30 minuti circa di pellicola senza risultare sgraziata oppure mettendo in luce grossolane lacune tecniche. Grazie a dei buoni movimenti di macchina, scenografie e giuste riprese anche per quanto riguarda le scene d’azione o di dialogo,il lavoro fatto da Morelli non soffre dunque del peso della durata di Suspensum, ma appare in ogni ripresa sempre capace di sapersi destreggiare con il materiale di cui dispone, portando così la telecamera a girare in modo perfetto e coerente la storia che si appresta a filmare. Forse, se proprio vogliamo trovare una nota stonata, nelle sequenze ove vedono Max protagonista (ed ambientate nel 1600) alcuni movimenti appaiono troppo veloci o quanto meno rocamboleschi e repentini, ma stiamo parlando solo di piccoli nei, dettagli che potrebbero essere lo specchio dei gusti e delle preferenze di chi scrive il suddetto articolo.

Ottima la fotografia, che regala scorci di paesaggi e atmosfere gotiche ben realizzate ed altrettanto encomiabile coloro che si sono occupati della colonna sonora, perfetta e capace di accompagnare la storia in ogni momento rendendo anche armonioso l’aspetto legato al video ed al suono. Di qualità anche il Make Up che fa sembrare verosimili tagli, sangue e trucchi vari, così come il montaggio, a cui va una particolare nota di merito, assieme alla regia, nel aver saputo portare a compimento un prodotto che fa della non linearità uno dei suoi punti di forza, proponendo allo spettatore tutta una serie di salti temporali capace di tuffarlo nel passato ove però a farla da padrone in tutto questo vi è indubbiamente una elegantissima prolessi.13

Suspensum appare così come un prodotto che seppur privo di spunti particolarmente originali, riesce comunque ad essere un medio-metraggio che non solo convince per tutti quegli aspetti tecnici, per la recitazione e la regia, ma anche per il coraggio e l’attenzione con cui si è comunque cercato di raccontare una storia che nei dettagli e nei protagonisti ha in definitiva il suo punto di forza. Morelli e Del Corso portano così nero su bianco un qualcosa che brilla di una drammaticità genuina, che non scade nella blanda retorica e non annoia lo spettatore. Peccato, forse, per alcune scelte legate a dei dialoghi magari composti da troppe frasi fatte o da una iniziale presentazione del vampiro che fa fin troppo eco al mostro (re)inventato dalla Meyer. Detto questo però la storia funziona, non ci sono errori di sceneggiatura, la regia non soffre di particolari cali e problemi tecnici e riesce a reggere il peso di un lavoro della durata di quasi 30 minuti. Suspensum è un prodotto, dunque, più che buono che fa del già visto, in questo caso, più un punto di forza che una debolezza.

Appendice

I Realizzatori di Suspensum

Cast artistico: Alice Del Corso (Agata-Agnese), Andrea Loreti (Max), Ilaria Belli (Iulia), Achille Marciano (Luigi), e Antonella Vannucchi (giornalista).

Cast Tecnico: Filippo Morelli (Regia/Montaggio/VFX) Alice Del Corso (Sceneggiatura e truc co), Andrea Giachini (Musiche), Antonella Vannucchi (Audio e Produzione) Enrico Morelli (Produzione) Federica Bacci (Scenografia e Fotografia di Scena) Sara Carli (Trucco).

 

Un ringraziamento speciale 

a Matteo Taccola, 

senza il quale non sarebbe mai nata questa recensione

e professionale collaborazione.

Claudio Fedele

 

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Claudio Fedele

Nato il 6 Febbraio 1993, residente a Livorno. Appassionato di Libri, Videogiochi, Arte e Film. Sostenitore del progetto Uninfonews e gran seguace della corrente dedita al Bunburysmo. Amante della buona musica e finto conoscitore di dipinti Pre-Raffaelliti.
Grande fan di: Stephen King, J.R.R. Tolkien, Wu Ming, J.K. Rowling, Charles Dickens e Peter Jackson.

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