22 Novembre 2024

Era una tranquilla giornata quella che si è trasformata in tragedia! No, non è il solito servizio giornalistico su un qualche episodio di cronaca nera piuttosto la storia della mia giornata. Per l’appunto era una giornata come tutte le altre finché non decisi ( che io sia maledetto!) di andare a vedere l’uomo coi pugni di ferro. Come anche i meno intuitivi di voi avranno potuto capire non è stata certo una scelta felice.

La sinossi del film è la seguente: ci troviamo probabilmente nella Cina feudale in un villaggio dove avviene uno scontro tra fazioni rivali e il capo del clan viene spodestato e ucciso dal malvagio guerrafondaio di turno. Spinto dalla vendetta il figlio dell’ex capo clan fa ritorno al villaggio ma il viaggio è periglioso e pieno si sicari che vogliono ucciderlo. Tra coloro che si schierano contro questo clan ci sono anche un fabbro americano che per amore di una concubina e del suo villaggio si opporrà loro e con lui un misterioso soldato inglese (Russell Crowe). Di qui in poi ci sono solo scontri e combattimenti nei quali entrano in scena, da una parte, un guerriero che diventa di ferro quando lotta (forse scappato da qualche film degli X-Men) e dall’altra non poteva mancare la presenza della bella Lucy Liu come in ogni film di arti marziali cinesi. Facile immaginare come la pellicola sovrabbondi di rese dei conti tra i vari personaggi e scontri al limite dell’incredibile scopiazzati in qua e là nella tradizione cinematografica orientale di questo genere.


E’ evidente che l’intento del ”regista” sia stato di voler emulare Tarantino ma francamente il risultato è piuttosto imbarazzante e inoltre li stessi combattimenti, che dovrebbero essere il punto forte di un film del genere, diventano ripetiti e noiosi. Un film che non mi pento di definire un accozzaglia di scene violente senza un apparente significato e/o senso logico. Non è stato solamente il gusto per la violenza esagerata e gratuita (simile al primo Kill Bill ma molto peggio) a rendere questo film ai miei occhi tanto di cattivo gusto quanto, come detto, l’assenza di logica che regna sovrana.

Ci tengo a sottolineare che non sono facilmente impressionabile per quanto riguarda la violenza al cinema, molti film violenti sono tra i miei preferiti, ma qui non trattandosi di un film di guerra dove essa è in qualche modo giustificata andiamo troppo oltre. Voglio dire Arancia Meccanica (anche se si trattavano di altri tempi) rappresenta un capolavoro nel suo genere ma è usato come uno strumento di denuncia sociale mentre qui invece siamo difronte a un gusto del macabro che mi sarei risparmiato di vedere più che volentieri. Per carità a qualcuno l’iper violenza senza senso può anche piacere del resto, come si dice, il mondo è bello perché vario ma io personalmente non mi sentirei di consigliarlo a nessuno. L’uomo coi pugni di ferro è un film che non vale il prezzo del biglietto e io il biglietto l’ho pagato tre euro.

 

Alessio Nicolosi

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