In questi mesi il Comune di Livorno ha deciso, in via sperimentale, di prolungare l’orario di apertura della biblioteca dei Bottini dell’Olio, con possibilità per gli studenti di trattenersi anche in fascia serale nelle aule studio.
La proposta è partita dal consigliere comunale Filippo Girardi (Pd), ed è stata sostenuta dal gruppo dei Giovani democratici di Livorno come iniziativa a favore dei ragazzi, per garantire loro opportunità di incontro e di studio al pari di quanto avviene nelle città universitarie.
Tutto ciò si inserisce in un ritrovato clima di partecipazione giovanile alla politica, clima che la nuova Giunta sembra riverire. Non solo. La mozione che ha disposto l’apertura è stata seguita da altra mozione delle opposizioni di sinistra, Bl e Pap, votata da tutto il gruppo consiliare del Pd, con oggetto analogo e più ampio[1].
La proposta iniziale si prefiggeva l’obiettivo di garantire l’apertura di tutte le biblioteche comunali per la quasi totalità dell’anno, compresi i periodi di Ferragosto e di Natale, le domeniche, i festivi, perché (assunto dei promotori a mio parere corretto) in sede universitaria non esistono momenti morti, e anzi la preparazione degli esami avviene tendenzialmente proprio nei periodi di festa, dato che le sessioni sono spesso al rientro[2]. Tuttavia, se questo è lo slancio dei giovani, la cautela dei vecchi ha consigliato di contemperare il proposito con le risorse economiche e lavorative da attivarsi, ragion per cui si è deciso di limitare tutto, in un’ottica di prima sperimentazione, alla sola biblioteca suddetta e per i soli giorni dal martedì al giovedì (cono orario serale 20.00-22.00) e dal venerdì alla domenica (20.00-23.00). Realpolitik (ancora a mio modesto avviso corretta).
Soprattutto, si è deciso di legare questa iniziativa alle magnifiche sorti e progressive che il nostro buongoverno festeggia. Si diceva, a proposito, del clima. Pare che Livorno stia vivendo una grande rinascita, soprattutto grazie alla mostra organizzata per il centenario di Modigliani al museo della città, che ha sede proprio presso i Bottini dell’Olio, al cui piano superiore si trova la biblioteca. Così, la nuova Giunta ha disposto: smantellamento del parcheggio antistante e spianata di cemento, con alberini e erezione di arco di trionfo, pratino all’inglese in un angolo (la famosa piazza europea[3], che il sindaco ha annunciato nei giorni scorsi rimarrà imperitura[4]), gloriosa mostra dall’eco internazionale al terreno, al primo piano coltivazione del sapere, garantita fino all’ora tarda. Simbolo quest’ultimo di ascolto dei giovani e delle loro istanze. La rinascita di Livorno.
Sono tra coloro che hanno apprezzato la decisione di tenere aperti i Bottini dell’Olio anche la sera, visto che sono stato uno di pochissimi a frequentarli durante quelle ore; che in città si sia potuta svolgere una mostra in un museo, un qualcosa che in ogni modo anziché essere glorificato dovrebbe essere esatto dai cittadini come normalità assoluta e ricorrente. E però, un conto sono i desideri di uno o più singoli, un conto è la politica. Perché politica significa visione, ovviamente, ma significa anche lettura della realtà, contemperamento delle esigenze dei molti e gestione delle risorse.
E infatti, devo dolermi, la sperimentazione serale suddetta è stata un piccolo fallimento. Lo dico da fruitore e cronista dei fatti serali, che hanno conosciuto una media desolante nella partecipazione. Spesso sono stato praticamente solo nelle aule studio in quelle ore, come può agilmente risultare da un controllo dei registri dei presenti, se conservati. Nelle molto rare occasioni in cui la partecipazione è stata più alta, su quasi 90 posti disponibili mai più di 18 ne ho visti occupati; la media delle sere in cui mi sono trattenuto è comunque di poco superiore ai 5, ciò significa che circa il 92% degli spazi erano vuoti. I frequentatori serali, poi, sono stati per una buona percentuale persone vicine ai promotori dell’iniziativa, elemento che fa capire che la pubblicizzazione della cosa è stata minima e probabilmente la notizia è pervenuta perlopiù a chi conoscesse direttamente gli addetti ai lavori.
Tutto ciò, comunque, non è detto sia necessariamente avvilente o imponga un qualche giudizio sulla voglia di studiare dei livornesi. Una simile analisi francamente mi interessa pure poco e la troverei neanche corretta, poiché moltissimi, tra cui il sottoscritto, pur studiando anche la sera, preferiscono ovviamente farlo a casa. Ciò che invece merita di essere considerato è l’opportunità politica di una simile iniziativa. E infatti, evidentemente, mantenere aperta anche una sola struttura ha dei costi, sia di spazi, sia di personale. Lo chiarisce anche l’assessore al bilancio Viola Ferroni, che dichiarò a suo tempo che per le casse del Comune una proposta del genere, estesa all’intero anno, solo di personale implicherebbe una spesa di 42.681 euro[5].
Si vuole sottolineare che, in politica, buona norma prima di compiere attività sarebbe una lettura attenta della realtà sociale. Le misure non possono nascere da trovate velleitarie. La nobiltà delle idee non va depressa, ma, specie in tempi di difficoltà economiche, la scelta dell’allocazione della spesa dovrebbe essere oculata e, soprattutto, orientata dalle esigenze della cittadinanza[6]. Livorno non è una città universitaria[7], dunque non richiede un impiego di risorse pubbliche sovradimensionato rispetto alla domanda di servizi. Solo a partire da una piena contezza delle esigenze pubbliche[8] (in questo caso locali) è possibile fondare un progetto politico (non dico programma, dato che ci si muove sempre un po’ a tentoni), perché senza esigenza pubblica, l’idea politica è astratta, quando invece, fondatamente teoretica, essa deve essere concreta. Poi, a quell’idea, così sostenuta dalla lettura lucida della realtà, è certo possibile imprimere impronte discrezionalmente politiche, che assumono la forma di attività amministrativa. Ma senza tutto ciò, più che di politica stiamo parlando di propaganda, a mio parere. Né la ostentazione di queste idee propagandistiche sui canali social concilia un’opinione più indulgente. Sono infatti convinti in moltissimi che la politica senza comunicazione sia fiacca. A me pare invece che, se la politica è fiacca, come è manifesto, ciò dipenda dal fatto che essa è deboluccia in sé, non dal fatto che non sia comunicata: ancorché comunicata, una cosa priva di slancio rimane tale, solo che, semmai, è più nota. Ed è chiaro che se tutto è pochezza, la pochezza più nota vince (almeno nel breve periodo), ma sempre pochezza è. Ci fosse qualcosa di qualitativamente più solido, magari l’equazione darebbe risultati diversi. Ma questa è un’opinione (sul risultato), oltre che un’amara constatazione (sui fattori).
Amplio il discorso per una considerazione più generale sulla politica livornese. Come il caso dei Bottini palesa, una delle colpe più evidenti di questa città è rappresentata da miopia e autocompiacimento di sé. Lo dimostra patentemente tutta la questione della mostra su Modigliani, nel cui contesto, come detto, si inserisce la regalia[9] che la Giunta ha voluto fare ai giovani promotori. Al di là del provincialismo sventolato nella gestione dell’evento[10], tipico di chi è poco avvezzo a cose normalissime, in realtà tutta la serie di atti politici posti in essere dal Comune è molto più complessa di quanto dalla narrazione della “livornesità”, accompagnata dagli organi della stampa locale, emerga. Quasi sotto silenzio sono infatti passate le perplessità sull’operazione che, prima dell’inaugurazione della mostra, la stampa nazionale sollevava[11], e le indagini della Corte dei Conti che sono attualmente in corso[12]. Ma la cosa importante è che il livornese creda che Livorno sia speciale, perché ha il mare e (ora, si è scoperto) Modigliani. C’è un bell’articolo sul punto che mi piace qui segnalare[13], che parla di “modiglianimania” come regresso culturale.
Il discorso, come visto, se allargato offre spunti interessati per maturare un giudizio in ordine alla qualità dell’azione politica e amministrativa della nostra classe dirigente, la quale ostenta una “rinascita” di Livorno che forse è vuota come vuote sono le aule studio. E torniamo con ciò al punto.
A me personalmente, come ho già detto, piacerebbe che Livorno fosse una città con una importante domanda di studio e cultura, e, al netto delle perplessità su tutte le vicende richiamate, mi piace pensare che ogni passo fatto in questa direzione sia importante. Ciò però non a costo di imporre per mera retorica atti che, senza essere necessari, importino spese eccessive e incomprensibili per la cittadinanza. Per limitarsi alla questione dei Bottini, ad esempio, a parte i costi di cui si è detto sopra, il momento appare delicato anche per l’imminente nuovo bando, in vista della scadenza della concessione alla Cooperativa Itinera (che attualmente gestisce i servizi bibliotecari)[14]. La conduzione di questo esperimento – anche nei rapporti col gestore – e il suo flop potrebbero condizionare le negoziazioni, impattando così ancora una volta sulla bontà dell’operato dell’Amministrazione, dunque sull’interesse pubblico. Un prezzo alto da pagare per qualche mi piace sui social.
Ho usufruito del servizio messo a disposizione in questa fase (ripeto, forse più per ostentazione che per buona politica, e infatti destinato probabilmente a essere ritirato[15]), e ho raccolto alcuni dati, sulla base dei quali vorrei formulare una proposta che possa essere percorribile.
Dalla frequenza serale della biblioteca emerge che, soprattutto nell’ultimo periodo, delle non molte presenze (ripeto, tendenzialmente meno di una decina) più della metà sono di persone che in realtà lasciano la biblioteca al passaggio tra la fascia pomeridiana e quella serale (intorno alle 20.00): già alle 20.30 sono spesso rimasto solo o in compagnia di due, tre persone al massimo. Ritengo che sia proposta intelligente portare l’orario di ogni giorno (perché se si studia veramente, come sostenuto da Girardi, ogni giorno è buono per farlo) a questa ora, e cioè le 20.30, in modo da consentire agli studenti che vogliano attardarsi sui libri di rimanere in biblioteca fino all’ora di cena, ma così da non impegnare economicamente il Comune, o chi per esso, in servizi non necessari, bandiera soltanto di chi voglia apparire senza aver ponderato le conseguenze delle scelte politiche.
Note
[1] Purtroppo non mi è possibile allegare alcun link che rimandi agli atti, poiché il Comune non ha provveduto ad aggiornare il database consultabile all’indirizzo http://www.comune.livorno.it/amministrazione-trasparente/provvedimenti/provvedimenti-organi-indirizzo-politico-0. Il testo si basa su dichiarazioni rilasciate per post e video sulla pagina dei Giovani democratici di Livorno (https://www.facebook.com/watch/?v=2894612737233550) e su alcuni documenti (pubblici) che mi sono stati forniti da un consigliere comunale. Le mozioni impegnano il Sindaco e la Giunta in modo per il vero molto generico, ma con alcune indicazioni più puntuali ampiamente disattese (l’apertura serale di almeno 2 delle 7 biblioteche e di almeno un’altra biblioteca per i fine settimana).
[2] Si studia ad agosto per settembre, sotto Natale per gennaio, etc.
[3] https://iltirreno.gelocal.it/livorno/cronaca/2019/10/01/news/piazza-del-luogo-pio-per-4-mesi-senza-auto-1.37598386.
[4] https://iltirreno.gelocal.it/livorno/cronaca/2020/02/15/news/piazza-del-luogo-pio-senz-auto-si-puo-1.38472876.
[5] http://www.comune.livorno.it/articolo/biblioteca-dei-bottini-dellolio-aperta-sera-durante-mostra-modigliani nonché https://www.gonews.it/2019/09/30/museo-della-citta-dei-bottini-dellolio-chiuso-al-pubblico-lallestimento-della-mostra-modigliani/.
[6] Mentre invece mirabolanti idee spuntano come funghi, come quella che poco tempo fa circolava sulle sorti di Palazzo Grande: https://iltirreno.gelocal.it/livorno/cronaca/2019/12/12/news/quale-futuro-per-il-palazzo-grande-di-livorno-il-dibattito-in-corso-e-lo-spazio-per-intervenire-1.38201210. Non si dimentichi nemmeno l’idea a suo tempo balenata alla scorsa Giunta su una funivia per collegare Livorno (https://www.ilfattoquotidiano.it/2016/05/27/livorno-lassessore-m5s-vuole-una-funivia-dalla-stazione-al-porto-ce-gia-uno-studio-dobbiamo-sognare-in-grande/2772936/). Per fortuna delle casse pubbliche queste stravaganze non hanno seguito.
[7] Benché abbia ovviamente residenti che studiano all’università, nonché accolga poli distaccati dell’Università di Pisa: certo però non vi orbitano masse di studenti universitari che rendono necessari servizi come in città sedi di atenei.
[8] D’altra parte, uno dei primi insegnamenti del pensiero della sinistra è il materialismo storico, che tradotto nella quotidiana amministrazione significa analisi del tessuto socio-economico del presente, pena l’avulsione totale dal contesto e, quindi, la disarmonica azione politica su di esso costruita.
[9] È ancora una mia opinione. Ma credo sinceramente che, anche alla luce di quanto su detto, la Giunta abbia voluto, con l’apertura serale in questione, dare ai giovani consiglieri una piccola regalia da poter comunicare (appunto, la comunicazione) per far paternalisticamente vedere all’esterno che anche loro hanno un ruolo, quando in realtà così forse non è.
[10] Alludo in particolare ai quotidiani articoli su ogni singolo personaggio anche minimamente noto alle cronache, accompagnato dal Sindaco in persona e da uno stuolo di assessori, che Il Tirreno non ha mancato di enfatizzare, fosse esso il Presidente della Repubblica o la zoppa di Montenero; al teatrino tra l’opposizione (in specie FdI, che già espresse il candidato sindaco) e la propaganda di sinistra che invece sostiene il Sindaco sui numeri della mostra, che peraltro sono stati rivisti varie volte, confondendo chi seguisse la vicenda anche sui reali ricavi netti registrati (cfr. http://www.livornotoday.it/cronaca/mostra-modigliani-livorno-costi-ricavi-variazione-bilancio.html e, a distanza di qualche mese, https://iltirreno.gelocal.it/livorno/cronaca/2020/02/19/news/il-capolavoro-della-mostra-di-modigliani-cosi-abbiamo-battuto-tutti-i-record-1.38488451?refresh_ce, solo per citare due articoli).
[11] https://www.ilsole24ore.com/art/livorno-celebra-modigliani-ad-alto-prezzo-e-molti-omissis-ACToa3w?refresh_ce=1.
[12] https://www.corriere.it/cronache/20_febbraio_07/livorno-mostra-modigliani-indaga-corte-conti-versati-12-milioni-dubai-689e5210-49b1-11ea-8e62-fcd8bfe20a1c.shtml; https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/02/07/livorno-la-corte-dei-conti-indaga-su-una-mostra-dedicata-a-modigliani-12-milioni-di-euro-versati-a-dubai/5699624/.
[13] https://codice-rosso.net/la-modiglianimania-come-regresso-culturale/.
[14] V. ancora la chiusa dell’articolo https://www.gonews.it/2019/09/30/museo-della-citta-dei-bottini-dellolio-chiuso-al-pubblico-lallestimento-della-mostra-modigliani/, cit.
[15] Ma sul punto, ancora una volta, l’Amministrazione trasparente del portale sul sito del Comune di Livorno non offre chiarimenti su quale sarà il destino del progetto, per mancanza di atti consultabili (o, se consultabili, non facilmente reperibili) sulle decisioni della Giunta in attuazione delle mozioni sopra riportate. Le uniche notizie pubblicate sono quelle che si leggono, per dichiarazione degli assessori, negli articoli su richiamati. Anche chi lavora presso la biblioteca comunale non ha saputo, a livello informale, darmi indicazioni che vadano più in là di una settimana sugli orari del “dopo-Modigliani”. Certamente, però, devo dire che proseguire con l’orario attuale rischia di comportare solo costi inutili a fronte della scarsissima partecipazione finora registrata.