Abbiamo bisogno di contadini,
di poeti, gente che sa fare il pane,
che ama gli alberi e riconosce il vento.
Più che l’anno della crescita,
ci vorrebbe l’anno dell’attenzione.
Attenzione a chi cade, al sole che nasce
e che muore, ai ragazzi che crescono,
attenzione anche a un semplice lampione, a un muro scrostato.
Oggi essere rivoluzionari significa togliere
più che aggiungere, rallentare più che accelerare,
significa dare valore al silenzio, alla luce, alla fragilità, alla dolcezza.
Si è svolto tre giorni fa, al circolo Arci di S. Jacopo in Acquaviva, a Livorno, un workshop con il noto scrittore, poeta e paesologo Franco Arminio.
La serata è stata divisa in tre parti:
- Ore 16:30-18:30 Workshop con Franco Arminio
- Ore 19:30-20:30 Apericena preparato da “La coccinella Natural Food”
- Ore 20:30 Reading-Concerto di Franco Arminio con Livio e Manfredi (figli del poeta)
“Io non preparo mai le mie lezioni: mi lascio semplicemente trasportare da quello che in quel momento gli allievi richiedono” dice Franco Arminio. “La scrittura è uno strumento molto importante per la salute: allo stesso modo in cui noi abbiamo un apparato digerente ed espelliamo attraverso le feci, la nostra parte emotiva ha bisogno di uno strumento per “espellere” le nostre emozioni, i nostri sentimenti. Se ci pensiamo bene, la nostra anima non può farsi carico di tutto: ecco che entra in gioco la scrittura.
Scrivete, scrivete anche solo una riga al giorno e fatelo per due motivi principali: perché scrivere è un baluardo della memoria (se scrivete ogni giorno riguardo qualcosa che vi ha lasciato il segno durante la giornata, vedrete che la vostra memoria migliorerà) e poi perché, sempre per lo stesso motivo delle emozioni che vi dicevo prima, anche il dolore è un sentimento che si può esprimere attraverso la scrittura e, se ci pensate, esprimerlo può aiutare a non soffrire ulteriormente. Avere degli esiti letterari non è importante: se ci sono ben vengano ma ricordatevi di scrivere comunque, a prescindere da questi.”
“Quando scrivete ricordatevi di usare parole semplici: non servono parole ricercate ma parole che si usano tutti i giorni. Ricordatevi anche che non serve per forza un apparato metrico particolare, non dovete seguire chissà quali regole: basta che scriviate. Infine, ricordatevi che è bello quando una poesia è scritta con parole semplici e, nel finale, ha un’impennata poetica.”
“Se vi piace scrivere dei posti che visitate invece, ho un altro consiglio- continua Arminio- e questo consiglio è: scrivete con tutto il corpo. Io quando vado nei posti li attraverso con tutto me stesso e quando torno a casa è come se mi mettessi a testa in giù e lasciassi colare sulla carta tutto quello che quel posto mi ha regalato: è una sensazione bellissima.”
“Mi sento di darvi anche un ultimo consiglio: non sentitevi limitati. Ricordatevi sempre che i maggiori spiriti della storia avevano dei limiti, dei punti deboli ma la loro grandezza è stata saper trasformare, tramutare questi punti deboli in punti di forza che, se ci pensate, è bellissimo.”
Dopo queste perle che il maestro Arminio ha regalato ai suoi allievi dello Workshop e dopo un apericena preparato da “La coccinella Natural Food” (Via dell’Eremo 8), il maestro e i figli si sono alternati sulla scena. Il poeta Arminio si è esibito in un reading delle sue “Cartoline dai morti” e di alcune poesie tratte dal suo ultimo lavoro “L’infinito senza farci caso. Poesie d’amore” (Ed. Bompiani, 2019) mentre i figli, Livio e Manfredi, chitarrista e cantante, si sono esibiti eseguendo alcune canzoni del loro repertorio caratterizzate da un’ironia tragicomica.
Un bellissimo pomeriggio all’insegna della poesia e della comunità.
Veronica Tati