L’Europa ha già ampiamente contemplato l’argomento della legalizzazione della prostituzione e molti paesi hanno tolto questo proibizionismo riaprendo le case chiuse, rendendole statali e concedendo loro delle licenze. Parliamo di Austria, Lettonia, Germania, Olanda, Svizzera, Ungheria, Grecia e Regno Unito; questa pratica ha portato grossi benefici alle casse dei suddetti stati, forse anche l’Italia ci andò vicina quando, durante il governo Monti, partì l’appello della “escort” Marina sul Gazzettino: “fateci aiutare il nostro Paese” enunciava “300.000 individui tra donne, trans e uomini” che si prostituiscono risultano disoccupati ed è giusto che facciano lo scontrino ai propri clienti, “sono orgogliosamente una puttana”.
A dire il vero, le stime riguardo il mercato italiano della prostituzione parlano di 9 milioni di clienti, 80% dei quali chiede rapporti non protetti, con rispettive 70.000 prostitute, 20 % (purtroppo) minorenni, e 2.2-5.6 miliardi di euro annuali nel giro d’affari. Molti italiani, però, preferiscono fare qualche chilometro ed arrivare in Svizzera, dove esistono molti bordelli nei quali si può consumare un’esperienza pulita e legale.
E’ oggettivo che la prostituzione sia il mestiere più antico del mondo e un “problema” insanabile, non del tutto ma ben sappiamo che continuerà ad esistere persistentemente, quindi perché continuare a combatterlo mantenendolo reato?
Pensiamo alle prostitute che siamo abituati a vedere (che spesso non esercitano questo mestiere per piacere!): per strada, col rischio di essere malmenate o investite, talvolta soggette allo sfruttamento da parte della mafia, a volte coinvolte in storie di droga e possibili portatrici di malattie veneree (sifilide, epatite, Hiv..); se vengono arrestate l’affollamento delle carceri viene solo peggiorato; perché non abrogare parte della legge Merlin (emanata nel ’58) tramite referendum? Inoltre, ed infine, invito a considerare la grande somma di denaro che potrebbe pervenire dalle case di tolleranza in perfetta legalità (necessari controlli, naturalmente!), dalle prostitute in generale e dalle escort (prostitute d’alto borgo).
Una volta ho ascoltato alcuni carabinieri che, parlando di droga, dicevano che legalizzandola ammetteremmo di essere “un popolo di drogati” e questo discorso potrebbe essere ripreso anche per l’argomento “prostituzione”: “se legalizziamo completamente la prostituzione, ammettiamo che siamo un popolo di puttane e puttanieri”. “Ammettere” significa dire, seppur a malincuore, una verità; se è verità, è inutile nasconderla dietro un velo di ipocrisia, piuttosto sarebbe bene cercare di mitigare il fenomeno impegnandosi nel valorizzare l’etica non tanto della pudicizia, quanto della dignità e integrità morale, nel pieno rispetto della libertà di pensiero; è importante tutelare meglio chi ci sta accanto, compresi i bambini, vittime di pedofilia e di sfruttamento della prostituzione minorile, e ragazzi, spesso condizionati dai modelli di successo propinati dalla televisione (ad esempio Ruby) che arrivano a vendere il proprio corpo per delle ricariche telefoniche, inserendo, per esempio, alcune ore di educazione sessuale all’interno dell’orario scolastico e presentando appositi programmi educativi per tutta la popolazione prestando attenzione alle varie fasce di età.
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