Nella bella, sempre verde e vitale Villa Fabbricotti siamo cresciuti un po’ tutti. E’ sempre stato un parco ben amato dai livornesi e in questi ultimi giorni sta facendo parlare molto di sè in tutta la città.
Stiamo parlando della vicenda sorta in seguito ad un esposto presentato al titolare de
“Il Chioschino di Pippo” (Filippo Brandolini) che ha momentaneamente bloccato le attività previste per questa primavera.
Ciò comporta che la maggior parte degli eventi che l’anno scorso hanno riportato in auge il parco (come la musica dal vivo, e la presentazione di libri) sono attualmenti sospesi in attesa di una presa di posizione del Comune.
Nel mentre, è stata organizzata una raccolta firme avversa a questo esposto.
Abbiamo deciso di intervistare Filippo per capire cosa ha comportato tutta questa situazione e cosa sarà intenzionato a fare nel prossimo futuro.
1. Dopo due anni di intensa attività sul territorio avete creato un vero e proprio spazio di aggregazione: deve essere stato un duro colpo quello di trovarsi bloccati da un esposto di un concittadino.
Sì, un duro colpo, ma ormai ci siamo abituati, perchè sono ormai due anni che riceviamo attacchi mirati da una sola persona, che si è messo in testa di ostacolare ogni nostra attività; però rimane il fatto che sia soltanto una singola persona e che questa raccolta firme ci stia dando molte soddisfazioni e sono fiero di cosa abbiamo fatto fino ad ora, dato che il nostro obiettivo è stato sempre quello di creare eventi per tutte le fasce di età. Tengo però a precisare che è una raccolte firme simbolica allo scopo di vedere e capire qual è la posizione dei cittadini difronte a questa situazione.
2. Quali sono le prospettive, in caso di risoluzione della questione? E cosa pensate di fare per ottenerla?
Molto probabilmente riusciremo a far cambiare la classificazione del parco nella mappatura del comune: Villa Fabbricotti è un “Gruppo 2” (ossia un parco in cui non è possibile emettere rumori al di sorpa dei 55 decibel, come Villa Mimbelli e Piazza Magenta).
Se riusciremo a fare questo avremo risolto il problema della musica “live”.
Per quanto riguarda gli altri eventi: come la presentazione dei libri, cacciuccata con lettura del vernacolo, e tutte le atre attività che non richiedono microfono, continueranno sicuramente.
3. Quali sono le procedure burocratiche e amministrative necessarie?
Quest’anno abbiamo proposto una relazione acustica diversa da quella dell’anno scorso, ma l’esposto che ci è stato presentato mette in dubbio il fatto che si possa fare musica dentro il parco. Abbiamo dunque ricevuto un parere preventivo dall’ARPAT (Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana), che ha richiesto delle integrazioni che noi siamo pronti a presentare. Dopodichè il comune chiederà un parere alla ASL. Speriamo che tutto ciò possa portarci ad ottenere i permessi che sono vitali per le nostre attività.
In definitiva crediamo che chi ha presentato l’esposto abbia fatto una domanda legittima, anche se ridondante, in quanto non è la prima volta. Difatti già lo scorso anno, nonostante avessimo tutte le autorizzazioni e i permessi, ha (con insuccesso) cercato di bloccare le attività.
Sono d’accordissimo con la regolamentazione ovviamente, ma almeno ci diano la possibilità di farlo. Se ci dicessero che dobbiamo fare soltanto musica acustica (senza l’utilizzo di amplificatori), per noi non sarebbe un problema, basta poter fare qualcosa! Questa città spesso blocca la sua indole artistica e culturale per colpa di personaggi che hanno una visione un po’ troppo egoistica.
Dal mio punto di vista sopratutto la musica è lo strumento essenziale in una comunità, un mezzo capace di creare un vero e proprio spazio di aggregazione. Per questo motivo quest’anno quando abbiamo fatto domanda per avere i permessi (rispetto alla relazione acustica) ci siamo molto limitati, consci del fatto che magari non tutte le persone che abitano qui vicino vogliono sentire della musica. Per l’appunto, a riprova dell’ ottimo rapporto che abbiamo con questi ultimi, la maggior parte dei firmatari sono proprio loro.
4. Il “Chioschino di Pippo” è un esempio di cittadinanza attiva e voglia di mettersi in gioco, ma non solo: dà l’idea di un forte senso di appartenenza al parco prescindendo/eludendo dall’interesse di organizzare eventi per accrescere le vostre entrate.
Sì è così. A noi ad esempio piacerebbe molto che in in questo parco venisse riconosciuta una zona regolamentata dove poter svolgere attività, manifestazioni, eventi, anche molto distanti dal nostro Chioschino. Sarebbe bellissimo organizzare eventi con Avis, con i vari gruppi Scout della città, e con vari enti benefici.
5. Ti ringraziamo per il tuo tempo e speriamo che la faccenda si risolva presto.
Grazie a voi.
Ricordo a tutti che questa raccolta firme è al limite del simbolico, non ha una valenza legale, ma serve a capire qual è la posizione della città su questa vicenda; città che ci ha fatto ben presente che non vuole perdere questo spazio di aggregazione così importante e così nuovo.
Speriamo che la condivisione di questa testimonianza possa essere motivo di ispirazione e forza; magari per chi si trova in situazioni analoghe o per chi ha simili ambizioni.
Una testimonianza di coraggio e di volontà di mettersi in gioco in una città che ha proprio bisogno di questa “ventata” d’aria fresca. In una città che ha tanto da dare, ma che spesso si trova bloccata dall’inerzia di alcuni meccanismi obsoleti. Andiamo oltre. Coraggio.
Francesco Gadducci
Riccardo Fara
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