Come molti di voi già sapranno, la puntata 7×04 “The Spoils of War” è stata leakata diversi giorni fa a causa di un attacco informatico condotto da alcuni hacker ai danni della HBO. Noi per rispetto della produzione, di tutti coloro che hanno aspettato la notte di Domenica e della HBO stessa abbiamo deciso di aspettare e posteremo oggi, come di consueto, la nostra recensione / commento all’episodio.
Questa puntata rappresenta di fatto il giro di boa di questa settima stagione. Sembra essere cominciata appena ieri ma siamo già oltre la metà e, considerando che gli episodi in totale saranno solamente 7, significa che gli eventi saranno sempre più incalzanti.
Eravamo rimasti col tanto atteso incontro tra Jon e Daenerys ma soprattutto con la disfatta di quest’ultima che, dopo aver perso Ellaria e Yara, perde pure l’appoggio di Alto Giardino e, quantomeno formalmente, degli Immacolati, bloccati a Castel Granito.
E la 7×04 proprio da qui riparte.
Sempre a Roccia del Drago troviamo nuovamente il Re del Nord in compagnia della Madre dei Draghi. I due, sebbene occupati da un non facile incontro diplomatico dove però iniziano quantomeno a capirsi, entrano nella cava di Ossidiana al cui interno Jon le mostra alcune “pitture rupestri”. Questi disegni risalgono a migliaia di anni prima e dimostrano come i Figli della Foresta ed i Primi Uomini abbiano combattuto insieme contro il comune nemico, gli Estranei. Sicuramente una prova, agli occhi della Targaryen, della bontà dei propositi di Jon. Ma la lezione di storia dura poco perché vengono interrotti bruscamente dalla notizia delle disfatte militari appena avvenute.
Intanto a Grande Inverno Baelish tenta un approccio col nuovo arrivato Bran regalandogli il pugnale col quale stava per essere assassinato nella prima stagione, prima che il suo metalupo intervenisse a salvarlo. Piccola curiosità: alla domanda su chi appartenesse il pugnale, Baelish, dice di non saperne niente ma invece noi ricordiamo bene che lo stesso Ditocorto raccontò che quel pugnale apparteneva proprio al sottoscritto e che lo perse a causa di una scommessa contro Tyrion. Tuttavia sembra aleggiare ancora un alone di mistero riguardo a quei fatti poiché Tyrion successivamente affermò che non avrebbe mai scommesso contro un membro della sua famiglia. In quell’occasione infatti, durante il torneo dei cavalieri, Loras Tyrell disarcionò Jaime.
Il caos è una scala
Successivamente al viscido e fallito tentativo di Baelish di ingraziarsi Bran, arriva Meera, la compagna di viaggio di quest’ultimo. Il giovane Stark saluta o meglio “congeda” una visibilmente delusa Meera dopo le mille peripezie appena vissute con un semplice “grazie”. Ormai sembra non esserci più traccia di alcuna umanità in lui. Sembra aver dimenticato le convenzioni sociali o qualsiasi forma di “buone maniere” ed ad ogni sua mancanza continua a ripetere come un mantra “Non sono più Bran, sono il Corvo con tre occhi”. Sinceramente questa sua gestione alla Sheldon Cooper non mi fa impazzire, speriamo che presto possa regalarci qualche gioia.
Ma le sorprese al nord non sono finite perché a bussare alle porte di Grande Inverno arriva anche Arya. E qui gli sceneggiatori ci mettono alla prova citando, ancora una volta, una scena avvenuta nella prima stagione. Quando la piccola Arya si intrufolò nelle segrete della Fortezza Rossa ad Approdo del Re, riuscì poi a fuggire tramite dei condotti che portavano fuori città ma al suo rientro, presso le mura, i soldati non credettero alla sua identità e lei minacciò di farli punire dal padre. Così come allora, anche in questo caso i soldati di Winterfell non le credono.
L’incontro tra Arya e Sansa non è stato proprio straziante, del resto sin da piccole non è che andassero molto d’accordo ma l’ho trovato in linea coi personaggi. Bloccate un po’ dall’orgoglio e dal passato ma consapevoli di ciò che infondo provano l’una per l’altra si sciolgono poi in un semplice ma tenero abbraccio.
Ma nella relativa tranquillità di Winterfell ecco una scena che difficilmente dimenticheremo. Con la scusa di un allenamento, quell’impertinente di Arya sfida Brienne e, sebbene quest’ultima inizialmente sottovaluti l’avversaria, Arya dimostra le sue incredibili doti in combattimento tanto da colpirla ripetutamente lasciando tutti esterrefatti. Che dire, non vediamo l’ora di vederla in azione!
Chi ti ha insegnato a combattere così? Nessuno.
La scena ritorna a Roccia del Drago dove una tormentata Daenerys riflette su come agire dopo aver inanellato una sconfitta dietro l’altra. Ma, come avevamo previsto la scorsa settimana, sapevamo che l’ultima debacle sarebbe stata la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso e così è stato.
Ma anche gli incontri tra vecchie conoscenze non sono finiti e sulla spiaggia di Roccia del Drago arriva Theon Greyjoy che, sopravvissuto all’agguato di Euron, è stato ripescato in mare da una delle navi fedeli alla sorella.
Theon sulla spiaggia ritrova Jon ma quest’ultimo gli riserva un’accoglienza fin troppo pacata considerato il tradimento arrecato alla sua famiglia. Convenevoli a parte, Theon vorrebbe chiedere a Daenerys di aiutarlo a salvare la sorella ma la Madre dei Draghi è già volata via, letteralmente.
Fuoco e Sangue
L’esercito dei Lannister è in marcia ma improvvisamente, dallo sguardo attonito di Jamie e di Bronn intuiamo già cosa sta per accadere. Le nuvole nere all’orizzonte sono un funesto presagio e tra il fragore e le urla, dalle colline, fa capolino l’orda dei Dothraki lanciata alla carica.
L’esercito immediatamente si schiera in formazione e attende la carica dei Dothraki ma dal cielo riecheggia un verso che fa gelare il sangue. Dalle nuvole spunta imperioso Drogon cavalcato da Daenerys in persona che con una singola fiammata apre una breccia tra le fila dei Lannister. Immediato è l’impatto con la cavalleria Dothraki che mostrano fin da subito la loro abilità in battaglia, mietendo gli uomini dei Lannister come fossero spighe di grano.
Ma la furia della Madre dei Draghi non si placa e riduce in cenere tutta la guarnigione dell’esercito. Lo spettacolo è tanto meraviglioso quanto terrificante. Finalmente assistiamo all’impiego militare dei draghi e nel fragore della battaglia (o del massacro, meglio) non possiamo che ammirare estasiati quella terribile e maestosa macchina di morte.
La regia orchestrata sapientemente ci trascina in prima persona tra la carica dei Dothraki e poi fin su nel cielo, aggrappati alle scaglie di Drogon. Sembra quasi di poter respirare l’odore della fuliggine e delle fiamme che divampano.
L’esercito dei Lannnister è praticamente ridotto in cenere e su ciò che ne resta si abbatte senza pietà la caccia all’uomo dei Dothraki. Ma nel caos generale Jamie e Bronn tentano il tutto per tutto. Il primo però resta bloccato in duello mentre il secondo riesce ad arrivare alla balestra progettata dal maestro Qyburn. Bronn prova più volte ad abbattere il drago ma dopo qualche tentativo andato a vuoto, quando sta per essere colpito, riesce a trafiggere con un dardo la spalla del drago.
Drogon per un attimo sembra precipitare ma, giunto a terra, non si scompone e distrugge il macchinario. Adesso niente può più fermarlo. Daenerys scende dal drago per estrarre il dardo ma Jamie la vede da lontano e carica al galoppo contro di lei.
Ma il coraggio e l’ardire di Jaime purtroppo non pagano perché il suo arrivo non sfugge agli occhi del drago. Drogon spalanca le fauci per scaraventare fuoco e fiamme su di lui ma all’ultimo secondo Bronn lo spinge giù da cavallo facendolo finire in acqua.
Così dunque termina la 7×04, sicuramente una delle puntate più belle di Game of Thrones. L’esercito dei Lannister fresco di conquista di Alto Giardino è ormai ridotto in cenere e, come se non bastasse, abbiamo un Jamie la cui sorte è incerta. Probabilmente si è salvato (e così io credo) ma quel che è certo è che ha visto coi propri occhi l’inferno che può scatenarsi ad Approdo del Re. La speranze dei Lannister sembrano restare in piedi solo perché la grazia di Daenerys ha così decretato. Le ore della regina sono contate.
E’ stato un episodio molto intenso ma non solo per la battaglia conclusiva. Dobbiamo infatti pensare a tutte quelle tessere che si stanno mano a mano ricomponendo per dar vita a quell’enorme mosaico che racchiude tutte le fila di Game of Thrones. Nel frattempo a Grande Inverno si stanno chiudendo tanti cerchi, è così terminata la diaspora degli Stark che li vede finalmente riuniti sotto un unico tetto. Dopo aver compiuto un lungo ed estenuante viaggio di maturazione dove, chi più chi meno, hanno affilato gli artigli, adesso sono pronti a combattere. Anche se mancano due degli incontri più attesi per motivi diametralmente opposti. Il più romantico quello tra Jon e Arya e quello più importante perché potrebbe far tremare l’intera Westeros tra Jon e Bran. A sud invece abbiamo Daenerys che è ormai prossima a conquistare la capitale. Mentre a nord, oltre la Barriera abbiamo la grande marcia degli Estranei guidati dal Re della Notte.
A questo punto quali potrebbero essere gli sviluppi futuri? Daenerys ha colpito duramente i Lannister e probabilmente ha tutte le carte in regola per sedersi sul Trono di Spade già nella 7×06. Come accennavo prima, credo che Jaime sia sopravvissuto ma non so se riuscirà a tornare nella capitale o se viceversa verrà preso prigioniero da Daenerys e magari usato come riscatto per ottenere indietro Yara ed Ellaria. Io personalmente sono un fautore di quella teoria che vorrebbe proprio Jaime ad essere colui che fermerà la sorella sempre più nelle vesti di “Re folle”, in perfetto stile Kingslayer, ma questa è un’altra storia.
Chiudendo con leggerezza, è altrettanto degno di nota il dialogo tra Jon e Davos:
– “Che ne pensi di lei?”
– “Credo abbia un gran cuore”
– “Ti ho visto mentre le fissavi il suo gran cuore”
E’ solo una battuta o dobbiamo aspettarci i fiori d’arancio? E quanto sarebbe fan service da uno a dieci, alle parole “Se qualcuno ha qualcosa in contrario parli ora o taccia per sempre” l’intervento di Bran? Scherzi a parte, appuntamento alla prossima settimana con il 5’ episodio.
Alessio Nicolosi
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