Debutta la stagione di prosa al Teatro Guglielmi di Massa. Ad aprire il ricco cartellone, lo spettacolo «L’ora di ricevimento (banlieue)», nato dalla penna di Stefano Massini, giovane drammaturgo e consulente artistico del Piccolo Teatro di Milano, e magistralmente diretto da Michele Placido, che firma anche la regia di «7 minuti» dello stesso autore.
Nei panni del protagonista, il professor Ardeche, un grandissimo Fabrizio Bentivoglio, che non è venuto meno all’impegnativo ritratto di «artista di rara intensità e sensibilità», tracciatogli dal regista pugliese. Mai esagerato, completamente a suo agio nelle vesti di un rassegnato insegnante di francese di mezza età, Bentivoglio trascina il pubblico all’interno di quella «scatola d’intonaco» che è la scuola di Les Izard, costringendolo a riconoscersi in ognuno di quei soprannomi, un po’spietati e un po’troppo sbrigativi, che Ardeche appiccica ai suoi giovani studenti, provenienti da ogni parte del mondo. Uomo cinico e incapace di capire a pieno il suo tempo, non rinuncia al lusso ingenuo di credere che la Bellezza possa sempre insegnare, anche in un quartiere, come quello di Les Izards, nell’area metropolitana di Tolosa, consumato dal degrado e quasi disumanizzato.
E la banlieue, come in un gigantesco gioco di specchi, amplifica e deforma differenze sociali e culturali; specchi che, se illuminati dalla giusta prospettiva, potrebbero manifestarsi in tutta la loro forza abbacinante. A far da sfondo alle vicende che si alternano sul palco, una scenografia essenziale ma efficace, con un grosso albero da frutto, spettatore cupo e silenzioso, e unico elemento che sembra davvero potersi adattare al drammatico fluire dei tempi. Lontana da una retorica meramente buonista, la scuola tratteggiata da Massini è un arazzo di storie e culture diverse, i cui fili non sempre finiscono per incrociarsi ma tendono piuttosto a correre l’uno parallelo all’altro, rigettando ogni possibilità d’incontro e comprensione del diverso.
Melissa Aglietti
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