21 Novembre 2024

BIOGRAFIA AUTORE: Mi chiamo Giorgiana Moruzzi e sono nata a Roma il 28 Settembre del 1980. Mi sono laureata in Comunicazione nel 2006 e poi dopo aver viaggiato un po’ in giro per il mondo ho iniziato, quasi per caso ad insegnare. In funzione di questo nel 2014 ho conseguito la seconda laurea in Scienze dell’educazione. Attualmente insegno in una classe terza elementare. Ho sempre coltivato una passione per la lettura di fiabe, storie e filastrocche e da sempre scrivo favole, poesie e brevi racconti. Questa è la mia prima pubblicazione e sono onorata che in qualche maniera contribuira’ a far conoscere il meraviglioso lavoro dell’associazione Faggio Vallombrosano Onlus.

–> Leggi gli episodi precedenti: Ep. 1 , Ep. 2, Ep. 3.


 UN’INCREDIBILE AVVENTURA – Ep. 4

– “Passerete il cancello tenendomi aperto e leggendo ad alta voce. Dovrete sembrare assorti e distratti. Io farò una magia con i vostri vestiti che da tutti saranno visti come divise scolastiche. Passerete come studenti e nessuno vi farà domande. Su andate!”

Hari ed il piccolo Prakhash deglutirono e leggendo ad alta voce alcuni passaggi iniziarono a camminare lentamente nella direzione del cancello.

– “Più spediti. Così sembra che nascondete qualcosa!”

Hari cercò di leggere più veloce che poteva quei segni ignoti e Prakhash mettendo un passo di fronte all’altro cercava di sembrare interessato e concentrato. Passarono le guardie prima del cancello; passarono la biglietteria; passarono oltre delle sentinelle e si ritrovarono direttamente sul sentiero di mattoni che li stava portando metro dopo metro al grande portone. Il cuore gli batteva forte. Improvvisamente una pagina si sciolse ed il quaderno tossì rumorosamente. Fra i colpi di tosse esclamò concitato:

– “Dobbiamo sbrigarci bambini! Ora osservate bene. Dentro è un labirinto di porte, finestre, scale e corridoi, perciò io sarò il vostro filo d’Arianna.”

– “Cosaaaaaaaaaaaa?”


– “Sarò una guida attraverso il labirinto!” rispose il quaderno irritato e poi proseguì.

– “Voi camminate. Ogni volta che le mie pagine s’illuminano di blu siete nella direzione giusta. Lucia è sulla terrazza centrale, proprio sopra di noi. Sbrigatevi! Si sta spostando.”

– “Ecco perché la pagina si è sciolta!”

Dissero i bimbi muovendosi. Di nuovo un passo di fronte all’altro varcarono la soglia del grande portone e si ritrovarono nel cortiletto centrale. Da questo innumerevoli porte si aprivano sui quattro lati. I bambini passarono la prima, la seconda, la terza senza che nulla accadesse. Appena si avvicinarono alla quarta porta centrale la pagina s’illuminò nuovamente. I bambini rincuorati si affrettarono e imboccarono un lungo corridoio, salirono decide di scale e due piani, sempre seguendo la luce blu sul foglio. Ad un tratto si trovarono al centro fra 4 corridoi lunghissimi che si perdevano in 4 direzioni opposte fra loro. La pagina era blu, ma davanti a loro avevano più di un opzione.

– “Quaderno cosa facciamo adesso?” chiesero i due bambini ansiosi, ma il quaderno non rispose.

Lo scossero, ma non accadde nulla. Ad un tratto in fondo ad uno dei corridoi videro Lucia con i suoi capelli raccolti in treccine colorate. La prospettiva di quel luogo la faceva sembrare un folletto in una casa delle bambole.

– “Eccola!”

Prakhash diede una gomitata all’amico per attirare la sua attenzione e indicò in quella direzione.

– “Corri Hari, altrimenti la perderemo nei corridoi!”

Iniziarono a correre freneticamente fra i muri strettissimi. Vedevano scorrere le minuscole finestrelle una dopo l’altra. Ad un tratto Lucia girò un angolo e sparì. I bambini continuarono a correre, ma quando arrivarono alla svolta non videro nessuno. Era di nuovo svanita. Quelle aperture, quelle finestre e quelle porte erano tutte uguali. Prakhash era sempre più convinto che l’architettura di quel luogo fosse opera di un qualche mago dispettoso. Era un posto dove era possibile confondersi. Si appoggiarono al muro un po’ scoraggiati, ma ancora una volta il loro amico quaderno gli andò in aiuto e riprese ad illuminarsi flebilmente.

– “Proviamo a camminare lungo tutto il corridoio. Troveremo l’apertura giusta. “ disse con rinnovata enfasi Prakhash.

Dopo qualche passo infatti riuscirono a scovare di nuovo una via e iniziarono a seguirla correndo fino a trovarsi in una piccola stanzetta con il pavimento in marmo. Le doppie finestre orlate si aprivano su un’immensa vallata assolata. Seduta subito sotto quelle finestre con la testa china c’era Lucia. Singhiozzava stringendo tra le mani uno zainetto rattoppato. Hari e Prakhash si avvicinarono silenziosamente con il quaderno in mano. Risvegliata dalla loro vicinanza Lucia alzò lo sguardò ed incrociò quello dei due bambini. Sorrise teneramente con gli occhi gonfi di lacrime e disse in inglese.

– “Cosa succede? Vi siete smarriti?”

Loro non parlarono. Nel silenzio Prakhash alzò la mano che stringeva il libretto e lo porse a Lucia. I suoi occhi azzurri s’illuminarono. Si avvicinò e come se tutto fosse solo un sogno prese lentamente il quaderno iniziando a piangere di gioia. Abbracciava il quadernetto e ballava felice. Prakhash e Hari si scambiarono uno sguardo complice e nel silenzio iniziarono a tornare sui loro passi.

– “No aspettate bambini! Desidero ringraziarvi!”

I bambini intimoriti si bloccarono e la guardarono senza comprendere che diceva. Non parlavano inglese. Nelle scuole indiane lo insegnano solo dopo gli 11 anni. Lucia nel frattempo aveva iniziato a rovistare nel suo zainetto rattoppato e ne cavò un quaderno nuovo, una penna e una scatola di colori. Lo porse ai due piccoli insieme ad un sorriso. Hari fece un passo indietro invitando Prakhash a ricevere il dono. Il piccolo Prakhash allora allungò una mano e timidamente prese ciò che gli veniva offerto. Lucia non aggiunse altro e gli fece cenno di seguirla. Insieme uscirono allo scoperto e si ritrovarono nel cortile centrale e poi di nuovo sul sentiero e oltre il cancello. Lucia gli faceva strada. Superato il cancello, il sole li accecò e improvvisamente Prakhash si svegliò. Si era addormentato sul retro del motorisciò guidato dal padre e a quanto pare aveva sognato tutto. Ripensò all’avventura incredibile che aveva vissuto e comprese le stranezze del sogno. Si stropicciò gli occhi guardando intorno a sé. Si pizzicò una guancia e un braccio per sincerarsi di essere davvero sveglio. Il padre stava chiacchierando con degli altri autisti poco distante. Scese dal veicolo e andò a salutarlo. Quando gli fu vicino sfiorò la sua mano. Il padre si voltò e gli aggiustò i capelli arruffati e poi con tenerezza esclamò:

– “Prakhash hai dormito quasi due ore! Fra poco torniamo a casa. La ragazza che ho portato qui oggi sta per tornare.”

– “Papà ho vissuto un’avventura stranissima!”

– “Come sempre piccolo mio! Cosa ti è successo oggi?”

Così il bambino raccontò tutto il sogno al papà aggiungendo un desiderio alla fine.

– “Papà vorrei imparare a leggere e scrivere! I libri ed i quaderni sono magici!”

Il padre lo guardò e sorrise amorevole.

– Beh si dà il caso che dalla prossima settimana potrai iniziare a frequentare una scuola dove insegna una ragazza carina che fra poco conoscerai. Guarda sul mio sedile! Ti ha fatto un regalo.

Prakhash guardò nella direzione indicata dal padre e sul sedile del guidatore vide un quaderno nuovo, una penna e dei colori. Dopo qualche istante dal grande cancello del Tiger Fort uscì Lucia che sorridente e con lo zainetto rattoppato sulle spalle si dirigeva proprio nella sua direzione. Fece un grande sorriso e si mise seduta sul sedile posteriore. Prakhash felice ricambiò il sorriso e pensò alla parola “impossibile”. Sorridendo strinse il suo quaderno fra le braccia. Ora avrebbe potuto raccontare le sue avventure a tutto il mondo.

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FAGGIO VALLOMBROSANO ONLUS è un'associazione fondata nel 1995 e porta avanti la sua missione attraverso il sostegno a distanza di bambini in Brasile, India, Honduras e Angola. Il nostro obiettivo è migliorare la vita dei bambini tra i 4 e i 18 anni che vivono in situazioni di povertà e disagio sociale, attraverso un contributo economico che permetta loro di fruire di beni di prima necessità e dell’istruzione opportuna perché diventino adulti indipendenti.

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