21 Novembre 2024

“Donatori di Musica”, una splendida iniziativa patrocinata dall’Ospedale delle Apuane di Massa e curata dal primario di oncologia Andrea Mambrini, un atto di gentilezza che ha portato ai malati del reparto oltre trecento esecuzioni musicali. Il concerto di stasera è stato, appunto, donato dal duo formato dalla violinista Adele Casotti e dall’arpista Veronica Pucci, che ho già avuto l’onore di ascoltare ad aprile nel Duomo del capoluogo massese. Quando si conoscono gli esecutori è naturale avere aspettative un po’ più alte di quelle che si potrebbero avere nell’ammirare l’esecuzione di perfetti sconosciuti, ma posso affermare con molto piacere che la loro esibizione ha totalmente soddisfatto (se non addirittura superato) le mie aspettative. Tuttavia, al di là della qualità dell’esecuzione – che comunque garantisco è stata ottima – o dell’interpretazione o di cento altri aspetti sui quali normalmente avrei focalizzato la mia attenzione, l’elemento davvero importante è il contesto nel quale il duo si è esibito.
A13466080_10206521000443224_7909566378459893110_nssistere ad un concerto assieme a dei pazienti di oncologia è un’esperienza che non si può descrivere in alcun modo, così come non si può descrivere la sensazione che si prova nel vedere gli stessi pazienti applaudire, con la flebo al braccio, emozionarsi, sorridere. Non è un’emozione totalmente positiva come ci si potrebbe attendere, ma neanche prettamente negativa: penso di essere nel giusto se dico che tutti noi abbiamo un legame “particolare” con questo reparto, soprattutto coloro che abitano nella provincia di Massa-Carrara, e che questo legame sia sollecitato in modo insolito dalla musica.

La stessa scaletta del concerto è cucita addosso a questa situazione, comprendendo brani più spensierati ome il Pizzicato di Sylva di Léo Delibes o Schön Rosmarin di Fritz Kreisler, altri più meditativi (penso alla colonna sonora di Secret Garden o al celeberrimo Canone in re maggiore di Johann Pachelbel). Un brano in particolare ha suscitato emozione nel ristretto ma straordinario pubblico, l’Ave Maria di Caccini, che ormai si può considerare a tutti gli effetti un cavallo di battaglia del duo. Sarà per la tematica religiosa insita nel brano oppure per l’esecuzione, davvero molto molto sentita, ma questa Ave Maria è entrata nella pelle degli ascoltatori e ha suscitato una grande e genuina commozione. Diverse persone – e non solo i pazienti – si sono asciugate più volte gli occhi mentre il violino intonava la preghiera. Ripeto: quello in cui si è svolto il concerto del duo è un contesto particolarissimo e richiede all’esecutore davvero molta forza d’animo. Sono certo che però il “sacrificio” sia pienamente ricompensato dalla consapevolezza di aver regalato un’ora di serenità a persone che stanno vivendo un momento davvero molto difficile e questo dev’essere una motivazione a proseguire su questa strada, per alleviare almeno per un momento la sofferenza. Se non in questi momenti, quando c’è bisogno della musica?


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Luca Fialdini

Luca Fialdini, classe '93: studente di Giurisprudenza all'Università di Pisa e di pianoforte e composizione alla SCM di Massa e sì, se ve lo state chiedendo, sono una di quelle noiose persone che prende il the alle cinque del pomeriggio. Per "Uni Info News" mi occupo principalmente di critica musicale.

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