LIVORNO – Nell’ambito del contest Obiettivo Livorno – Scatta la città: Scorci di Vita Livornese, l’Associazione Uni Info News si è prefissata tra gli “obiettivi” quello di far conoscere da un punto di vista artistico tutti i partecipanti, così che coloro che ci seguano possano dare uno sguardo all’artista che è dentro ognuno di loro.
Questa sera intervistiamo Silvia Gandini, che ringraziamo calorosamente per le risposte e a cui auguriamo un forte in bocca al lupo!
Quando fai una foto cosa provi?
Provo emozione, a volte un’ eccitazione quasi infantile.
Preferisci come soggetti le persone o i paesaggi? Perchè?
Mi piacciono molto i dettagli, di un volto per esempio o di un movimento particolare in un paesaggio. Diciamo insomma che non mi piacciono molto le lunghe esposizioni che, per quanto eri suggestive possano essere, trovo che siano troppo statiche.
Propendi più per una macchina fotografica analogica o una digitale? Quali pensi che siano i vantaggi e gli svantaggi?
Ho sia un’analogica, una vecchia ma ottima Nikon del 1993, che una digitale, Olympus om-d em-5: sono affezionatissima alla prima e ogni tanto la uso ancora per l’emozione di vedere poi la foto stampata su rullino e per porre più attenzione anche al momento dello scatto, non potendomi permettere di sbagliare troppo. Utilizzo di più la digitale per ovvi motivi di immediatezza e risparmio.
Pensi che Livorno sia una città culturalmente attiva? E con una certa attenzione per l’ambito fotografico?
Livorno, come dico spesso, è una fucina di artisti di ogni genere. Potrebbe essere più attiva se offrisse più spazi soprattutto alla musica ed il cittadino livornese non ‘brontolasse’ troppo per l’eventuale ‘confusione’ creata da un evento.
Cosa ne pensi dell’uso che si fa quotidianamente dei Social per pubblicizzare o pubblicare le fotografie? Che ne pensi di Instagram?
Utilizzo i social per pubblicare le mie foto ( proprio tramite un social vi ho scoperto) ed Instagram mi ha riavvicinato molto, ormai già 5 anni fa, dopo un periodo di pausa, alla fotografia. Naturalmente tutto ciò è positivo se se ne fa un utilizzo ‘educato’, rispettoso verso i veri professionisti e mai un abuso (spesso con veri e propri orrori di scatti e dei cosiddetti selfies…).
Per te scattare foto è più una questione “tecnica” o di impulso?
Sono autodidatta, scatto tanto per passione e studio le foto dei veri professionisti o ascolto le dritte ed i consigli di amici fotografi di mestiere: direi che devo molto approfondire la tecnica, quindi, ad ora, scatto molto più sulla scia della passione e del mio occhio.
Livorno offre sia Paesaggi suggestivi che scenari tipici di una città come tante altre, alcuni anche con sfumature ricche di decadenza. Sei più attratto dai primi o dai secondi?
Confermo che mi piacciono i dettagli, quindi, se giro per Livorno, cerco di scovare angoli suggestivi e magari allo stesso tempo decadenti.
Qualora tu dovessi arrivare tra i dieci selezionati per la votazione finale del Contest, cosa rappresenterebbe per te il laboratorio fotografico indetto dal comune?
Per me rappresenterebbe prima di tutto un onore, un emozione ed un punto di partenza (non si deve mai smettere di imparare) per farmi conoscere dal punto di vista fotografico. Da non dimenticare, un laboratorio di esperienza ed apprendimento che porterei sempre con me e, perché no, che potrebbe aprirmi delle porte nel mondo della fotografia, anche cittadina.
Cosa ti ha spinto a prendere parte al nostro Contest fotografico?
In genere ritengo di non essere all’altezza e lascio spazio ai più giovani o a coloro che fotografano per professione. Poi, essendo anche in un periodo di rinnovamento personale e dietro gli stimoli di una cara amica, ho deciso di buttarmi!
Matteo Taccola
e
Claudio Fedele
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