Le vertigini di Hitchcock, quando il cinema incontra il teatro attraverso la danza. La compagnia Eco di Emilio Calcagno si è cimentata lo scorso 4 febbraio al Teatro Verdi di Pisa in uno spettacolo che indaga il legame tra il corpo e l’opera del “regista del brivido” inglese.
Una performance che attraverso il movimento del corpo cerca di legarsi e interagire con la cinematografia hitchcockiana, richiamandone i momenti di suspense, di attesa e di angoscia tipici del genere. I gesti dei ballerini sono scattosi, rigidi, attenti, talvolta ripetitivi. I corpi spesso si scontrano, entrano in contatto tra loro, lottano, si rincorrono, al ritmo di musiche struggenti dai suoni ripetuti, ora appena accennati ora graffianti e forti.
Per la creazione de Les Vertiges d’Hitchcock, il coreografo Calcagno ha dedicato molto tempo alla visione dei film del regista, anche se il suo obiettivo non è quello di riprodurre letteralmente i film in danza, ma di trarre ispirazione da essi per una nuova creazione. In scena infatti si ritrovano diversi elementi identificativi come le chiavi, le forbici, le borsette e le donne bionde e glaciali, ma capaci di uccidere.
“Sono elementi che ritrovi sempre nei suoi film, gli interessa creare suspense e io ho cercato di mescolarli. Cinque i personaggi e cinque gli oggetti in un vortice di suspense dove la linea della comprensione non è univoca. Chi conosce Alfred Hitchcock lo riconosce, ma non è necessario per immergersi nella pièce. Anzi, di certo sono diverse le sensazioni scaturite in chi lo conosce e chi invece no. Lascio le porte aperte al pubblico per pensare, perché il mio obiettivo è coinvolgere”, dichiara Calcagno. E in effetti la cosiddetta “quarta parete” viene sfondata, i ballerini cercano l’attenzione del pubblico, li puntano contro le luci dei riflettori e fanno foto con i cellulari. Anche le quinte spariscono, lasciando aperta la visione dei momenti “di passaggio” e i danzatori si cambiano d’abito direttamente in scena, si rilassano fumando una sigaretta e bevendo dell’acqua e nell’ultima parte della pièce scompare anche il fondale e la scena si trasforma nuovamente. Tutto è mostrato e tutto è sottinteso, ma è lo spettatore che deve riassemblare i pezzi dello spettacolo a mano a mano che questo si articola, fino a giungere alla conclusione.
Tensione, terrore, angoscia, ansia, equilibrio precario, sono i sentimenti che prevalgono nella performance e che allo stesso tempo vengono provati da chi la osserva. Un turbinio di emozioni che però non ha lasciato il pubblico indifferente, ma che anzi ha gradito con numerosi applausi l’articolazione così innovativa e sperimentale dello spettacolo.
Coreografia: Emilio Calcagno
Interpreti: Benjamin Forgues, Dorothée Goxe, Mira Kang, Leonardo Maietto, Youlia Zhabina
Musiche: Aurélien Richard. Luci: Baptiste Delestre e Nicolas Lemoine
Annalisa Castagnoli
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