Cosa è successo la scorsa settimana nel mondo:
-Centinaia di protestanti hanno sfondato il cordone di polizia a Chisinau, in Moldavia, riuscendo a fare irruzione nel parlamento. Ad accendere le proteste la formazione di un nuovo governo guidato dal filo- europeista Pavel Filip, accusato di stretti legami con il primo oligarca del Paese, Vlad Plahotniuc, e che ha già ottenuto la fiducia dell’organo legislativo. “Siamo stati imbrogliati – ha commentato Andrei Nastase, leader dell’opposizione -. Hanno calpestato la democrazia, le libertà, i diritti umani e la legge”.
– I saharawi sono pronti a indire un referendum per l’autodeterminazione, ma il Marocco parla solo di autonomia. Il referendum è previsto dagli accordi di pace, ma su questo punto ancora non si è trovato un punto d’incontro fra Marocco e Fronte Polisario.
-Nuovo attacco per mano del gruppo estremista Boko Haram nel villaggio di Dalori, nel nord-est della Nigeria. Almeno 86 i morti, tra cui molti bambini. I terroristi hanno colpito con armi da fuoco e esplosivi ed hanno infine appiccato il fuoco alle case. Previsto per oggi l’arrivo del premier italiano Matteo Renzi. In agenda accordi commerciali e lotta al terrorismo.
-L’opposizione siriana partecipa ai colloqui di pace sulla Siria in corso a Ginevra e chiede il cessate il fuoco e l’invio di convogli umanitari in tutte le aree assediate dai ribelli. Gli esponenti curdi siriani che speravano, invece, di partecipare ai negoziati di pace, hanno abbandonato la città svizzera perché sprovvisti dell’invito a partecipare ai colloqui.
-Almeno quattro persone sono state uccise e 18 ferite in attacco suicida in una moschea sciita in Arabia Saudita. Nessuno ha ancora rivendicato l’attentato.
-Il ministro della giustizia francese Christiane Taubira si è dimessa lo scorso 27 gennaio. Al suo posto il presidente François Hollande ha nominato il socialista Jean-Jacques Urvoas, attuale presidente della commissione legislativa della camera e specialista in questioni di sicurezza. Taubira, esponente di spicco della sinistra francese, ha lasciato l’esecutivo per il suo profondo dissenso in merito alla revoca della cittadinanza ai cittadini con la doppia nazionalità condannati per terrorismo.
-Il parlamento di Tobruk, riconosciuto dalla comunità internazionale, ha votato “contro la fiducia al premier designato Fayez al-Sarraj, originario di Tripoli, con 89 voti contrari sui 104″. Lo riferisce la tv Libya Channel. Il governo, composto da trentadue ministri e presentato il 19 gennaio scorso, sarebbe dovuto entrare in carica entro dieci giorni dalla presentazione. L’accordo sarebbe saltato perché al primo ministro si voleva assegnare anche il ruolo di Comandante supremo dell’Esercito libico, punto osteggiato dal generale Khalifa Haftar.
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