Recensione di Avengers : Age of Ultron
Tornano gli Avengers, dopo un primo capitolo nel 2012 scoppiettante ed emozionante, diretto da Joss Whedon, qui ancora in cabina di regia, trionfatore, su tutti i fronti, di una scommessa rischiosa, ma capace di portarlo nell’Olimpo, come poi è stato, dei registi più apprezzati dai Nerd e da coloro che amano i cine-comics.
Il grande libro del Cinema, tuttavia, ci ha dimostrato molte volte quanto sia difficile ripetersi e non sono poi così poche le occasioni dove il rischio di cedere in un eccessivo barocchismo nei sequel è tanto tangente da distruggere la reputazione di una saga cinematografica; il discorso legato alla Marvel è un po’ più complesso di una comune serie di lavori costituita da tanti capitoli, godibili nella loro individualità, da vedere uno dopo l’altro, poiché le molte fasi e gli innumerevoli lungometraggi che coinvolgono i tanti super-eroi non solo solo degli spin-off o dei progetti fatti per soldi, ma dei pezzi di cornice essenziali per incastonare, al loro interno, un dipinto più ampio che sappia cogliere l’essenza della storia dei Vendicatori, capace di confluire in un intreccio narrativo ed un conflitto di proporzioni titaniche, pronto a chiamare in causa molti dei supereroi che abbiamo visto di recente sul grande schermo in un futuro ormai non molto prossimo.
Whedon, che in questi due anni ha indirizzato, con suggerimenti e trovate geniali, i tanti registi e sceneggiatori dei vari Thor : Dark World, Captain America : The Winter Soldier, verso una lettura più ironica e leggera delle famose trasposizioni da fumetto, dando al corpus dei comics targati Disney un’anima coerente in tutto e per tutto, si trova ora dietro la macchina da presa per dirigere quello che, a detta di tutti, sarà il suo ultimo lavoro come regista per un cine-fumetto, chiudendo il suo contratto con Iron Man e compagnia, momentaneamente, e portando la squadra degli Avengers nelle mani dei fratelli Russo.
Age of Ultron segue gli eventi dei sopracitati sequel dei corrispettivi protagonisti: sono passati due anni ormai dalla battaglia avvenuta a New York contro Loki ed i Chitauri, la terra sembra non essere, al momento, sull’orlo di un imminente attacco da parte di un Dio o di un super-nemico particolarmente forte e pittoresco, ma la squadra capitanata da Steve Rogers non si da per vinta, e ricevuta notizia di una cellula terroristica appartenente all’HYDRA, decide di spostarsi nell’Europa dell’Est per mettere a tacere la minaccia. Durante l’attacco, tuttavia, Tony Stark viene a conoscenza, tramite una visione dovuta alla forza dello scettro di Loki, nel quale è incastonata una gemma aliena potentissima, del destino a cui è condannata la terra e per questo, tornati a Manhattan, decide di elaborare un’intelligenza artificiale autonoma capace di salvaguardare alla difesa del pianeta, nella speranza di mettere fine al progetto dei Vendicatori ed assicurare la pace con i suoi robot. Qualcosa, tuttavia, va storto, ed Ultron, la neo I.A., dopo aver preso controllo della rete ed aver assunto forma fisica, dichiara guerra alla razza umana ed agli Avengers, chiamati, ancora una volta, a combattere contro un pericolo inarrestabile, nato, però, non dall’odio o dalla rabbia, ma dal bisogno urgente di mettere fine una minaccia futura.
L’Era di Ultron è un film tutt’altro capace di vivere in modo autonomo, ed i continui rimandi alle precedenti avventure dei noti paladini, nati dalla mente di Lee, non sono utili unicamente per cogliere qua e là qualche battuta o citazioni. Whedon costruisce e cuce attorno al suo secondo progetto una storia ambiziosa, importante e dotata di un respiro epico senza pari, su cui predilige un montaggio serratissimo, scene d’azione a dir poco esaltanti e momenti ricchi di pathos, senza, tuttavia, dimenticare una caratteristica che ha sempre contraddistinto la natura dei suoi progetti: la velata ironia capace, a sua volta, di trasformarsi in graffiante sarcasmo.
Il secondo episodio con protagonista il gruppo dei Vendicatori non si allontana dai fasti del primo, anzi, pompa ed aumenta in modo maggiore gli attimi salienti, allestisce un teatro in cui ognuno dei protagonisti è combattuto da una forte dualità tra “uomo” e “mostro”, senza tuttavia disprezzare le proprie origini, portando grande rispetto al fumetto di appartenenza.
Su quasi due ore e mezzo di pellicola i momenti in cui Iron Man, Thor e compagni si prendono una pausa, si contano sulle dita di una mano, il pericolo, questa volta, tiene davvero il fiato sul collo tutti ai componenti della squadra e le sequenze di combattimento si sovrappongono brutalmente l’una sull’altra senza, però, mai apparire eccessive, complice, fortunatamente, una regia attenta, a tratti realmente elegante, affine non solo con la sceneggiatura, ma anche con l’introspezione psicologica dei molti comprimari su schermo.
Se, infatti, nel primo capitolo del 2012, Whedon metteva in risalto la figura di Tony, mettendo, qua e là, un siparietto o un’osservazione interessante da parte di uno dei Vendicatori, come poteva essere Bruce Banner o Occhio di Falco, a questo giro, il padre di Buffy, dosa in modo straordinario ogni elemento presente sullo schermo, cerca di dare ad ogni personaggio un valore, sia cattivo che buono, e marca bene i contorni delle molte personalità con cui ha a che fare. Un’operazione tutt’altro che semplice, come era stato un anno addietro per Guardians of Galaxy, pellicola degna di essere inserita tra le migliori della scorsa annata, che a sua volta offrirà ben cinque protagonisti di cui solo tre umanoidi.
Seppur mostrando il lato più oscuro dei supereroi, questi non sono mai apparsi tanto compatti ed uniti, e proprio nei contenuti Avengers : Age Of Ultron, e nel suo script, dà il meglio di se, proponendo più volte linee di dialogo interessanti, analizzando volutamente la figura dell’eroe per antonomasia, cercando di andar oltre una scazzottata tra grattacieli e folla impaurita, scavando a fondo nell’animo umano, mostrando quanti sono gli errori che facciamo e quanto è il male che coltiviamo noi stessi.
Che questo secondo atto sia figlio del suo tempo è palese, poiché alla tipica minaccia di un “cattivo” dagli incredibili poteri, come era Loki, Whedon rivela, con l’entrata in scena di Ultron, un’attenzione particolare per i rischi che corriamo oggi con la tecnologia, con il cyber-terrorismo ed il terrorismo più comune, senza scordare di far luce su un aspetto interessante, legato alla necessità di voler sempre fare del bene, incappando ironicamente, a volte, nella conseguenza opposta di fare del male.
Dove, poi, alcune sotto-trame, qui abbozzate, andranno a parare, è ignoto al momento saperlo, si dovrà aspettare la fase due, ma gli Avengers, fortunatamente, hanno ancora molto da dire e da dirsi, tra loro, specialmente ora che nel gruppo sono presenti un contingente numero di neofiti.
Laddove, tuttavia, Age of Ultron mostra qualche incertezza è nello svolgersi di alcuni eventi finali, nel voler tagliare momenti importanti, che avrebbero facilitato la comprensione al pubblico o sarebbero stati resi ancor più chiari con qualche scena aggiunta. La prima parte, infatti, risulta estremamente godibile e lineare, mentre la seconda, a tratti, appare confusa, riprendendosi pienamente nel finale. La fortuna del progetto sta in una messa in scena curata, che non perde mai di ritmo, né si dimentica di focalizzare l’attenzione sugli aspetti importanti.
Avengers : Age of Ultron è un blockbuster in piena regola, un cine-comics puro, che propone un divertimento vero e proprio, senza, tuttavia, cadere mai nella banalità o nella noia. I momenti esaltanti sono serviti su un piatto d’argento, i beniamini più famosi dei fumetti riempiono lo schermo per due ore abbondanti e le battute tipiche di Joss Whedon non mancano di certo. Dietro a tutto questo, purtroppo, vi sono dei tagli eccessivi, in fase di montaggio, su alcuni piccoli dettagli che avrebbero giovato alla storia, aggiunte non effettuate in alcuni casi necessarie, che potrebbero avere un peso nei prossimi capitoli dei Vendicatori. I personaggi di Pietro e Wanda Maximoff sono ben introdotti e tutt’altro che stereotipati, ben interpretati da Elizabeth Olsen e Aaron Taylor-Johnson. Ultron è una nemesi che affascina non tanto per la propria personalità, piuttosto abbozzata, ma per il concetto che esprime, nell’economia della pellicola, e per il significato che rappresenta nella sua veste metaforica.
Ancora una volta Whedon mette a segno un film coerente con le produzioni Marvel, nel suo spirito e nella sua ottica, e, con tutti i suoi difetti, riesce ad intrattenere senza mai andar oltre, rimanendo, magari, meno “quadrato” ed incisivo del precedente, ma curato ed appagante come molti altri cine-comics.
Age of Ultron è senza alcun dubbio buono lavoro, su cui forse si poteva fare di più in fase di post produzione e non lasciare alcune sviste, ma, in fondo, è possibile accontentarsi tranquillamente anche del risultato finale, fosse solo per sapere se davvero nessuno dei Vendicatori è degno di alzare il martello di Thor.
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