Parigi, fine Ottocento. Montmartre pullula di artisti provenienti da tutta Europa. Questo è il centro dell’intrattenimento decadente per eccellenza. Ai piedi del quartiere, l’anima notturna della città si accende del rosso delle luci del Moulin Rouge, luogo di spettacoli, danze e serate folli. È il tempo del Can-can, delle spaccate, delle gambe sollevate per mostrare le sottogonne. È il tempo dei café-concert, dove si svolgono brani d’opera, brevi recitazioni drammatiche, tableaux vivants. È il tempo delle maisons closes, i bordelli, luoghi di ricerca di un piacere proibito.
Questo è il clima in cui è immersa Parigi in questi anni ed è esattamente ciò che Henri de Toulouse-Lautrec rappresenta nelle sue opere artistiche. L’artista francese è riuscito, più di chiunque altro, a descrivere e raccontare lo stile di vita, i colori e i personaggi di una città così vivace e movimentata. Egli rappresenta un’epoca, nel vero senso della parola
Toulouse-Lautrec, luci e ombre di Montmartre è la mostra che dal 16 ottobre 2015 al 14 febbraio 2016 sarà allestita nelle sale di Palazzo Blu a Pisa. Un’occasione unica per approfondire la parte fondamentale dell’opera grafica dell’artista francese. Sono esposte, infatti, oltre 150 opere tra manifesti, disegni e litografie con dediche originali a matita, opere uniche non presenti in nessun’altra collezione. A coronamento di queste opere, un’attenta selezione di dipinti degli artisti italiani che più hanno tratto ispirazione dalla sua arte: Federico Zandomeneghi, Giovanni Boldini, Pompeo Mariani.
Henri-Marie-Raymond de Toulouse-Lautrec apparteneva ad un’aristocratica famiglia provinciale nel sud della Francia. Nasce con un grave problema fisico ( le sue gambe smisero di crescere e si fermò all’altezza di 1,52 m) che gli impedì di svolgere le più diverse attività sportive e sociali tipiche degli uomini del suo ceto sociale, spingendolo a rifugiarsi sempre più nella sua arte. A Parigi si dedicò con anima e corpo al disegno e alla pittura, attingendo dalla produzione dei grandi maestri quali Degas e Van Gogh. Si avvicina, così, al mondo del teatro e della vita notturna di Montmartre e Pigalle, tant’è che venne definito l’ anima di Montmartre. Da qui le sue rappresentazioni delle scene di vita al Moulin Rouge, nei locali, nei teatri e soprattutto nei bordelli.
E’ la visione del manifesto di Bonnard France-Champagne che segna la svolta nella sua carriera artistica, avvicinandolo alla tecnica della litografia e della grafica che lo renderanno celebre in tutto il mondo. Gli vengono, infatti, commissionati molti manifesti per gli eventi che si svolgevano nei locali più alla moda di tutta Parigi, come il già nominato Moulin Rouge, il Divan Japonais e Les Ambassadeurs. Manifesti che troviamo tutti esposti in mostra.
Il percorso espositivo si struttura in cinque diverse sezioni tematiche: la prima è dedicata alla vita notturna nella Montmartre di fine ‘800 e dei personaggi che ne fanno da protagonisti, come Louise Weber detta la Goulue (la golosa), inventrice delle famose mosse del Can-can e Jane Avril, una delle più famose ballerine del Moulin Rouge di quegli anni; la seconda si concentra sul teatro, del quale riesce a cogliere i momenti più emozionanti, le luci della ribalta, il virtuosismo tecnico; la terza esplora il Lautrec pubblicitario, con le opere grafiche da lui realizzate per promuovere riviste, prodotti commerciali e testi per musica.
La quarta sezione è dedicata alle maisons closes dove trascorre molto tempo, per imprimere nelle opere anche gli aspetti più intimi e privati delle ragazze ritratte. Ritroviamo infatti la serie di undici litografie che compongono l’album Elles (1896), dove l’artista racconta la vita quotidiana delle prostitute nella casa chiusa di Rue des Molins.
Per finire, la quinta sezione raccoglie disegni, dipinti e litografie raffiguranti temi molto cari a Toulouse-Lautrec, improvvisandosi cronista di alcuni processi riconducibili anche ai nostri giorni: scandali politici, violenza nei confronti di manifestazioni studentesche ma anche incontri e momenti al circo.
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